ILARIA DE CRISTOFARO

Biografia

adesso che sono in pensione dalla statistica sono considerata una buona lettrice

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Scrittura cuneiforme - Kader Abdolah

Ismail, rifugiato politico di origini iraniane, vive nei paesi bassi e fa i conti con la vita scrivendo un libro che racconta la storia di suo padre Aga Akbar. Scrive immerso nella nebbia del polder per sconfiggere la nostalgia e per assolversi di averlo abbandonato.
La narrazione è molto poetica, quasi fiabesca. Il bambino, nato sordomuto, viene protetto dalla madre che ottiene per lui il nome principesco del padre e dallo zio Kazem Gan che gli insegna a scrivere mostrandogli un’antica incisione, messaggio di un grande re, e sceglie per lui lavoro di restauratore di tappeti, arte che gli consentirà di meritare rispetto e dignità.
Ismail fin da bambino sarà il suo interprete, la sua voce ed ora cerca di interpretare il taccuino dove il padre con caratteri cuneiformi ha annotato lo svolgersi della propria vita. L’impresa è altrettanto ardua quanto attraversare le montagne per sfuggire alla persecuzione ai dissidenti politici attuata da Khomeini, ancora più aspra di quella dello scià.
Il libro ha lasciato parecchie domande senza risposte, ma i personaggi, efficacemente tracciati, hanno lasciato tracce nel cuore.

Paddy Clarke ah ah ah! - Roddy Doyle

In una squallida periferia irlandese in veloce espansione edilizia i bambini vivono in strada e rincasano la sera, sporchi e ammaccati. Non tutti i genitori sono amorevoli, non sempre i genitori sono amorevoli, gli insegnati non sono certo amorevoli, ma la scorribanda fra cantieri, campi e botteghe è perpetrata ai limiti della correttezza, della legalità della giustizia pur con la consapevolezza delle dure punizioni che attendono i nostri eroi al rientro.
La narrazione è in prima persona per voce di Paddy che ha dieci anni alla fine degli anni 60, una gran voglia di imparare cose nuove, un bel gruppo di amici, un fratellino che molesta continuamente e una famiglia accogliente (“mamma si fermava sempre per sentire cosa avevi da dire, voleva sempre sapere” “papà era un disastro in tante cose però non faceva scoregge”).
L’analisi degli avvenimenti e dei personaggi che si aggirano nella vita di Paddy è infantile e acuta, sarcastica e malinconica, divertente e spietata.
Si ride tanto e un po’, anche, si piange con lui.

Paddy Clarke ah ah ah! - Roddy Doyle

In una squallida periferia irlandese in veloce espansione edilizia i bambini vivono in strada e rincasano la sera, sporchi e ammaccati. Non tutti i genitori sono amorevoli, non sempre i genitori sono amorevoli, gli insegnati non sono certo amorevoli, ma la scorribanda fra cantieri, campi e botteghe è perpetrata ai limiti della correttezza, della legalità della giustizia pur con la consapevolezza delle dure punizioni che attendono i nostri eroi al rientro.
La narrazione è in prima persona per voce di Paddy che ha dieci anni alla fine degli anni 60, una gran voglia di imparare cose nuove, un bel gruppo di amici, un fratellino che molesta continuamente e una famiglia accogliente (“mamma si fermava sempre per sentire cosa avevi da dire, voleva sempre sapere” “papà era un disastro in tante cose però non faceva scoregge”).
L’analisi degli avvenimenti e dei personaggi che si aggirano nella vita di Paddy è infantile e acuta, sarcastica e malinconica, divertente e spietata.
Si ride tanto e un po’, anche, si piange con lui.

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