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Milano : Iperborea, 2003
Abstract: La Storia dei potenti si intreccia con la vita semplice, spesso sofferta, sempre intensa, degli umili, l'amore di Ismail, carico di nostalgia, per la patria con quello intimo e dolente per il padre, gli ideali di giustizia e libertà con l'impegno a parlare per chi non può più farlo. E ancora una volta, l'incontro tra Persia e Occidente, tra impervie montagne iraniane e dune olandesi, tra poesia, icastica e lieve, e una lingua sobria ed essenziale, intesse motivi inattesi e preziosi, figure mitiche e fiabesche nella trama della nostra cultura.
10 maggio 2025 alle 15:50
Ismail, rifugiato politico di origini iraniane, vive nei paesi bassi e fa i conti con la vita scrivendo un libro che racconta la storia di suo padre Aga Akbar. Scrive immerso nella nebbia del polder per sconfiggere la nostalgia e per assolversi di averlo abbandonato.
La narrazione è molto poetica, quasi fiabesca. Il bambino, nato sordomuto, viene protetto dalla madre che ottiene per lui il nome principesco del padre e dallo zio Kazem Gan che gli insegna a scrivere mostrandogli un’antica incisione, messaggio di un grande re, e sceglie per lui lavoro di restauratore di tappeti, arte che gli consentirà di meritare rispetto e dignità.
Ismail fin da bambino sarà il suo interprete, la sua voce ed ora cerca di interpretare il taccuino dove il padre con caratteri cuneiformi ha annotato lo svolgersi della propria vita. L’impresa è altrettanto ardua quanto attraversare le montagne per sfuggire alla persecuzione ai dissidenti politici attuata da Khomeini, ancora più aspra di quella dello scià.
Il libro ha lasciato parecchie domande senza risposte, ma i personaggi, efficacemente tracciati, hanno lasciato tracce nel cuore.
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