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Tatà
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Perrin, Valérie

Tatà

Roma : E/O, 2024

Abstract: Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide... In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia piena di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon.

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Utente 10129
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È l'ultimo romanzo della ormai popolare scrittrice francese Valérie Perrin, da me già amata per i suoi precedenti libri, ed è forse per questo che avevo altissime aspettative che, purtroppo, sono state in parte deluse. Ho trovato che l'autrice abbia messo davvero troppa carne al fuoco, toccando tantissime tematiche, troppe: si passa dalla delusione sentimentale alla pedofilia, dalla violenza domestica all'olocausto, dalla dipendenza ad un passato da scoprire, dal calcio al cinema. Ci sono tantissimi personaggi e tante storie parallele che finiscono per appesantire la progressione degli eventi e la lettura. Il libro è in prima persona ma non c'è un'unica voce narrante: la principale è quella di Agnès, ultima discendente della famiglia Septembre, a cui si aggiungono una misteriosa dirimpettaia, la zia Colette, un'amica della zia, il padre... complici anche una serie di registrazioni su audiocassetta. Ne risulta una trama molto articolata e con diversi punti di vista. Come la Perrin ha ben abituato i suoi lettori, anche in questo romanzo non manca un filone giallo e più misterioso, che risulta sempre la parte più intrigante, che ha il suo crescendo, tant'è che i segreti da svelare diventano più di uno. La narrazione procede su più piani temporali, in un continuo intrecciarsi tra presente e passato di più personaggi. A mio avviso il tutto è un po' prolisso ed alcune digressioni le avrei evitate, tipo la descrizione delle trame dei film della protagonista cineasta: diventa veramente faticoso incamerare tutte queste informazioni, oltretutto inutili ai fini della trama principale. Sulla scrittura niente da dire, l'ho sempre apprezzata: semplice, elegante, densa di sentimento e più informale nei dialoghi. I personaggi principali sono ben caratterizzati, altri invece rimangono quasi esclusivamente delle comparse. Sicuramente l'autrice è brava ad intrecciare il tutto e non mancano i colpi di scena: però, anche a questo proposito, ritengo che l'autrice abbia esagerato, rendendo molti aspetti della storia davvero inverosimili. Peccato perché le basi per un libro meraviglioso c'erano tutte: resta sicuramente la bellezza nell'analisi di alcuni legami familiari indissolubili, che né il tempo, né la morte, né il destino potranno mai cancellare.

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