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Heidi
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Muzzopappa, Francesco

Heidi

Roma : Fazi, 2018

Abstract: Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Succede anche in Videogramma, un'azienda di contenuti in cui da anni lavora Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, single, irrisolta, piena di paure e ossessioni. Il nuovo capo, detto lo Yeti, chiamato anche per operare dei tagli, costringerà tutti i dipendenti a proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato. Ma la situazione per Chiara si complica quando suo padre, Massimo Lombroso, un vecchio critico letterario del «Corriere della Sera» malato di demenza selettiva, viene cacciato dall'ospizio in cui è ricoverato perché ormai ingestibile. In attesa di trovare una nuova sistemazione, Chiara lo terrà in casa con sé. La convivenza però non sarà facile: lui la scambia da sempre per Heidi, il cartone animato che seguivano insieme quando lei era piccola. Tutto il suo mondo è popolato di caprette, monti e Peter. E Peter verrà ribattezzato anche il ragazzo trovato da Chiara per stare col padre quando lei è al lavoro, un giovane premuroso e preparatissimo che si prenderà cura dell'uomo fino a diventare insostituibile. Quando Chiara si troverà in difficoltà alla Videogramma, per le pressanti e impossibili richieste dello Yeti, sarà proprio questa sua nuova strampalata famiglia a darle una mano e, come per magia, tutto si risolverà per il meglio, non senza inaspettati e imprevedibili sviluppi.

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Utente 10129
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È una lettura leggera, a tratti spiritosa, adatta al periodo estivo. Nonostante il tono spiritoso, non manca di affrontare temi di una certa serietà: il rapporto padre/figlia; la malattia senile capace di sconvolgere la vita non solo di chi ne è affetto, ma anche di chi gli sta vicino; la dipendenza dagli psicofarmaci; l'ansia lavorativa di un ambiente che mette in difficoltà anziché tutelare i dipendenti; le molestie sessuali nei luoghi di lavoro. La storia, in prima persona, è semplice, lineare, non ci sono colpi di scena e procede secondo uno schema prestabilito in cui, alla trama, vengono intercalate le descrizioni di personaggi esilaranti, oggetto dei provini di Chiara. La scrittura è scorrevole, vi sono numerosi dialoghi, benché manchino i segni d'interpunzione distintivi dei discorsi diretti, non mancano inflessioni più giovanili e riferimenti ad oggetti o noti prodotti commerciali. Molto simpatiche le allusioni agli stili di vita dei milanesi.Il tutto è molto prevedibile, ma risulta comunque una storia piacevole, con una dolce nota di tenerezza nel finale. Ah, complimenti a Francesco Muzzopappa per essersi calato nella mentalità femminile.

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