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Un cappello pieno di ciliege
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Fallaci, Oriana

Un cappello pieno di ciliege

Milano : Rizzoli, 2008

Abstract: Ora che il futuro s'era fatto corto e mi sfuggiva di mano con l'inesorabilità della sabbia che cola dentro una clessidra, mi capitava spesso di pensare al passato della mia esistenza: cercare lì le risposte con le quali sarebbe giusto morire. Perché fossi nata, perché fossi vissuta, e chi o che cosa avesse plasmato il mosaico di persone che da un lontano giorno d'estate costituiva il mio Io. Così comincia questa straordinaria epopea della famiglia di Oriana Fallaci, una saga che copre gli anni dal 1773 al 1889, con incursioni nel passato e in un futuro che precipita verso il bombardamento di Firenze del 1944. È una storia dell'Italia rivoluzionaria di Napoleone, Mazzini, Garibaldi, attraverso le avventure di uomini come Carlo che voleva piantare viti e olivi nella Virginia di Thomas Jefferson, Francesco marinaio, negriero e padre disperato, e donne indomite come la Caterina che alla fiera di Rosìa indossa un cappello pieno di ciliege per farsi riconoscere dal futuro sposo Carlo Fallaci, o come una bisnonna paterna, Anastasìa, figlia illegittima, ragazza madre, pioniera nel Far West. Dopo anni di ricerche, l'autrice ha visto la cronaca familiare trasformarsi in una fiaba da ricostruire con la fantasia: la realtà prese a scivolare nell'immaginazione e il vero si unì all'inventabile poi all'inventato... E tutti quei nonni, nonne, bisnonni, bisnonne, trisnonni, trisnonne, arcavoli e arcavole, insomma tutti quei miei genitori, diventarono miei figli.

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Utente 10129
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È un'opera autobiografica nata dal desiderio della scrittrice Oriana Fallaci di interrogarsi sul perché della propria nascita, sul senso della propria esistenza. I ricordi di un'infanzia priva di allegria e spensieratezza, in cui la famiglia è impegnata con la lotta al tiranno e la guerra, non bastano per rispondere all'interrogativo.Oriana si sente il frutto di tutte quelle persone, di tutti quei parenti che l'hanno preceduta; si sente parte di loro. Avverte così il bisogno di documentarsi per far sì che tutti quei suoi "genitori" diventino a loro volta figli della sua penna, in grado di ridar loro vita. Ne scaturisce un'opera immensa, una saga familiare che abbraccia più generazioni sia del ramo paterno che di quello materno, risultato di un'incessante ricerca, di una minuziosa documentazione tra archivi, documenti consultabili e testimonianze preziose, come quelle dei nonni. Addirittura riporta il nome delle antiche vie, che in seguito all'unità d'Italia furono modificate. Oriana ricostruisce la storia dei propri avi unendo il vero con la fantasia, soprattutto là dove le fonti risultano carenti o inesistenti. La storia parte dal 1700 per arrivare alla fine del 1800, causa la malattia e la scomparsa dell'autrice: il libro è stato pubblicato postumo secondo le direttive da lei lasciate. La trama è ricca, elaborata, piena di informazioni e le vicende degli antenati di Oriana vengono accompagnate da una contestualizzazione storica molto dettagliata, non esente da giudizi: Oriana non maschera i propri risentimenti e le proprie critiche, non si fa assolutamente problemi a lanciare epiteti a chi non gradisce. Molto bella la descrizione delle condizioni di vita dei contadini a fine Settecento, nella loro povertà, la necessità di lavorare fino a 15 ore al giorno, la scarsa considerazione della donna, il forte analfabetismo e l'ingerenza della chiesa. Oriana racconta in prima persona, a volte immedesimandosi nei propri parenti, condividendo le loro stesse gioie e sofferenze, altre volte invece si vergogna delle loro meschine azioni. La scrittura è molto scorrevole, nonostante l'utilizzo di alcuni termini desueti. Vengono riportati anche discorsi diretti, integrati nella narrazione e resi evidenti da trattini che separano tra loro le parole. Vengono riportate strofe di canzoni e poesie patriottiche, visto che molti antenati furono dei veri e propri attivisti politici. Lo scorrere degli anni è accompagnato dalle innovazioni industriali e tecnologicge che Oriana non dimentica di nominare. Le vicende della famiglia Fallaci sono spesso tragiche, tra arresti, uccisioni, morti improvvise, suicidi, amoti travagliati. Una storia che commuove, che incuriosisce, che regala emozioni. Unica pecca, a mio avviso, le numerose e troppo minuziose digressioni storiche, che appesantiscono un po' la narrazione e finiscono per annoiare. Ma sicuramente non si può negare che il libro sia un capolavoro di questa autrice.

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