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Milano : Adelphi, 2024
Abstract: Lione, 1941. Fuori, la guerra, l’occupazione, il coprifuoco, il razionamento. Dentro, nell’immenso appartamento borghese, buio, deserto e polveroso, come «perduto al fondo del tempo», due donne temibili e un uomo che pensava di usarle per i propri scopi – e invece somiglia sempre più a un condannato a vita. E dire che, quando si era presentato in casa della «madrina di guerra» del suo compagno di prigionia Bernard (morto durante la loro evasione dallo Stalag), Gervais era convinto di avercela fatta: si era spacciato per l’amico, la donna e la di lei sorella minore lo avevano accolto (almeno in apparenza) con assoluta fiducia, e lui si era lasciato avvolgere in un tiepido bozzolo di carezzevoli premure, riuscendo a sedurle entrambe senza troppa fatica. O forse erano state loro a sedurlo... e quel tiepido bozzolo non era che una ragnatela inestricabile... Quando ne arriverà una terza, di donna, la sorella di Bernard, il gioco si farà durissimo. Se non altro perché la posta è un’eredità di venti milioni di franchi. A poco a poco, tra ambiguità, sottintesi e secondi fini (tutti deliziosamente malvagi), assisteremo a una vertiginosa partita di scacchi, in cui da ogni frase e da ogni sorriso sembra nascere una minaccia, e ogni mossa può essere mortale. Dando prova, ancora una volta, di una prodigiosa abilità, la «coppia diabolica» del noir francese fa crescere la suspense fino all’ultimo, crudelissimo colpo di scena, e ci regala un romanzo claustrofobico che, a distanza di quasi settant’anni, non ha perso nulla del suo fascino sinistro.
20 agosto 2024 alle 21:04
È un noir intrigante e ricco di suspense. La trama è costruita alla perfezione ed è veramente difficile intuire il dipanarsi degli eventi : non si può che lasciarsi trascinare dal racconto e rimanere di stucco di fronte ai vari colpi di scena. Il libro è in prima persona e la storia viene narrata da Gervais, che esterna i propri dubbi, le ansie, i tormenti in un vortice claustrofobico che arriva fino al lettore. Questo senso di oppressione è ben reso dagli autori Pierre Boileau e Thomas Narcejac anche attraverso l'ambientazione: il tutto si svolge quasi completamente tra le mura di un appartamento. Il protagonista lascia trasparire il proprio malessere per una prigionia che sembra inseguirlo: una madre che non faceva altro che sminuirlo, una moglie opprimente, l'amico Bernard con la sua amicizia soffocante, lo stalag, Hélène e Agnès con le loro gelosie. Interessante anche la figura della madrina di guerra: non conoscevo l'esistenza di queste donne che, in tempo di guerra, intrattenevano una corrispondenza epistolare con i soldati, pur non conoscendoli, per dar loro un supporto morale. Una lettura che riserva tante sorprese, nonostante il ritmo molto lento: il piano privilegiato è infatti quello introspettivo, che alimenta un vero e proprio thriller psicologico. Assolutamente ben fatto!
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