Rete Bibliotecaria Bergamasca

Viene considerato una sorta di prequel al più famoso Jane Eyre di Charlotte Bronte, incentrato sulla figura di Bertha Mason, il cui vero nome è Antoinette Cosway (poi diventata Antoinette Mason, prendendo il cognome del patrigno), la prima moglie di Mr Rochester, che lui rinchiude nel castello.Il libro è ambientato principalmente in Giamaica, una terra rigogliosa, ricca di vegetazione e di fiori colorati ben descritta da Jean Rhys. Queste tinte vivaci ed allegre, piene di vita, fanno da contrasto ai sentimenti invece cupi e negativi che dominano il racconto. A testimonianza di una vita che è davvero fatta di contrasti: fulgore/tenebra, luce/buio, sole/ombra. Si tratta di una storia dolorosa, tragica, che risente parecchio dei pregiudizi e dell'acredine nei rapporti tra ex padroni ed ex schiavi, nonostante la schiavitù sia stata abolita. È un libro ricco di passione e di sentimenti. La narrazione ha due voci: nella prima parte quella di Antoinette e nella seconda quella del marito (mr Rochester, il cui nome non compare mai nel libro), per poi ridare voce ad una Antoinette provata dal dolore nell'epilogo. Il libro ha un inizio un po' confusionario, dovuto forse anche alla dimensione onirica fortemente presente, ma anche ad una serie di personaggi che vengono nominati e la cui identità verrà svelata solo successivamente. Ed è proprio quando la trama inizia ad unire i vari pezzettini, che il racconto prende piede. La scrittura non è semplice, è essenziale, spesso frammentata, oltre al fatto che nei discorsi, le parole delle persone di colore vengono riportate come se fosse un tentativo di parlare una lingua che non è la propria. Si avverte un senso di claustrofobia, addolcito dalle parole di Jean Rhys. Gran merito va all'autrice per aver reso in modo delicato e profondo una vicenda tragica. Altro tema interessante è quello legato alle superstizioni ed alle credenze religiose: gli obeah, pratiche magiche simili al vudu. Una lettura che si finisce sicuramente per apprezzare.