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Torino : Feltrinelli, 2021
Abstract: Ci sono luoghi che sono condanne, che lasciano nelle ossa il peccato dell'origine, come Nacamarina, paese meridionale affacciato sul mare, dove "si vive nel solco di una disgrazia sempre in agguato". E una notte d'agosto la tragedia arriva: il focu, la catastrofe, si abbatte su Laura, Salvatore e sulle figlie Caterina e Margherita, costringendo la famiglia a emigrare in Altitalia. Il viaggio verso il Nord è un gesto di amore che sovverte le regole delle loro terre, preteso da Laura a dispetto della volontà del marito e consumato senza parole né spiegazioni, secondo l'antica legge del silenzio. Caterina e Margherita avvertono nondimeno tutta la paura di quella fuga, che non comprendono ma di cui respirano gli effetti. In questo suo secondo romanzo, ambientato durante la guerra di 'ndrangheta degli anni ottanta, Rosella Postorino intesse i fili delle loro storie, e in particolare segue quello della dodicenne Caterina, indagando la contiguità con il male nelle sue ricadute intime, inaspettate - la distorsione dei legami familiari, la collusione inconsapevole, le gabbie da cui ci si sforza di uscire, il bisogno di espiazione. Ne emerge, estrema ribellione al male indecifrabile che percorre ogni pagina, una tensione insopprimibile verso la felicità
28 maggio 2021 alle 10:36
Romanzo di formazione denso di emozioni e scritto da una specialista che ama giocare con le parole (la Postorino è una editor di Einaudi). La storia è fatta di tanti piccoli e grandi eventi che ruotano intorno a Caterina, una delle due figlie di una famiglia meridionale emigrata al nord per scappare da un sud malavitoso e pericoloso. Un sud che però esercita un'attrazione fortissima e ancestrale. La narrazione si snoda tra ripetuti salti temporali nel presente e nel passato che è un piacere seguire nei sui capitoli brevi e scorrevoli. La Postorino ama il periodare raffinato, la musicalità delle frasi subordinate dei periodi lunghi. La sua scrittura chiede concentrazione ma regala un piacere molto profondo. Nel romanzo ci sono la gioia dei bambini, lo straniamento degli adulti, il senso di smarrimento, il dolore, la morte violente, il senso di appartenenza alla famiglia, la povertà, il distacco, la sorpresa. Proprio una bella scoperta da parte mia quella della Postorino che avevo avuto il piacere di ascoltare ad una fiera dei librai a Bergamo (per la presentazione de Le assaggiatrici) ma che non avevo mai letto.
25 agosto 2024 alle 18:37
Lo stile dell'autrice - concitato, accattivante, pregnante - e la storia, quella di una famiglia emigrata al Nord per sfuggire alle conseguenze della sua collusione con la 'ndrangheta, rendono gradevole la lettura di questo romanzo che però sembra mancare di qualcosa, probabilmente di tensione narrativa e di profondità; l'eccessiva presenza di dettagli e descrizioni risulta un pò fastidiosa e pleonastica perché, malgrado sia funzionale ad inquadrare il periodo in cui la storia si svolge, conduce la narrazione ad un livello più superficiale facendo perdere spessore ai personaggi. Personaggi che appaiono indefiniti ed abbozzati; persino Laura, che più di tutti ha spinto per emigrare in cerca di una vita nuova e diversa, verso la fine del romanzo sembra dubitare della sua scelta tanto che di lei l'autrice dice "Non aver potuto scegliere, questo faceva sentire Laura una vittima".
Un romanzo che non ha la brillantezza e la bellezza de "Le assaggiatrici" della stessa autrice.
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