Molto più breve del Romanzo precedente, Dune Messiah vede un ridimensionamento anche dell'azione. Domina, in tutti i personaggi e soprattutto in Paul/Muad'Dib/Usul, un senso di fatalismo che, oltre a mettere in secondo piano una ricerca di colpi di scena (che comunque riescono a esserci), permette la fuoriuscita costante di dilemmi interiori dilanianti, sfociando in diversi punti nella Malinconia, ma senza mai perdere totalmente una certa speranza. Gli intrighi di potere mantengono una forte presenza nel racconto ma, qui, cresce un sentimento, già seminato nel predecessore, di sfiducia o, meglio, consapevolezza dell'inutilità dei giochi politici: questo sentimento esplode con forza nell'amarissimo Finale, molto più intimo di quello del Libro precedente e in cui la perfezione in cui Herbert ha immerso la famiglia Atreides, pur non svanendo completamente, va incontro a una decisa e umanissima dissolvenza.
Non saprei bene cosa dire, ora come ora, in più riguardo al Romanzo, perché mi è parso che, nella sua relativa brevità, condensi al suo interno una complessità tematica, filosofica, sociologica eccetera ancor più forte del già non proprio semplice primo Dune. Penso, per questo motivo, che sarà ancor più difficile per Villeneuve costruirne una trasposizione cinematografica: il mio timore è che ceda a Hollywood sacrificando buona parte dell'introspezione per rafforzare l'azione, il che non vuol dire che uscirà una merda (ho fiducia nel regista) ma un po' di amaro in bocca me lo lascerebbe. C'è anche la possibilità che invece l'autore punti sul valorizzare la differenza coi film precedenti, ottenendo qualcosa di analogo all'inaspettatamente (vista la forza del Capolavoro originario) magnifico Blade Runner 2049, ma in questo caso rischierebbe di perdere appeal al botteghino, sempre che la Warner o altri studi non stronchino sul nascere questa vena (cosa probabilissima).
Comunque, come con il suo predecessore, non vedo l'ora di rileggere anche Dune Messiah in english e, sicuramente, intendo proseguire la lettura della saga, almeno fino ai romanzi scritti in persona da Frank Herbert.