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Gli ultimi messaggi del Forum

Il ritratto di Dorian Gray - Oscar Wilde

un classico intramontabile che, benché datato, porta a riflettere su temi tutt'altro che lontani dalla società odierna. Con un'impostazione prettamente filosofica vengono esposte teorie e considerazioni sulla vita, l'amore ed il piacere. Fulcro del romanzo, oltre alla continua ricerca del piacere, sono l'eterna giovinezza e la bellezza, per mantenere le quali il protagonista è disposto persino a vendere l'anima al diavolo. L'idea che la bellezza sia temporanea e destinata a sparire con la vecchiaia deve essere un monito a ricercarla in ogni momento, godendo soprattutto della gioventù, senza preoccuparsi dei giudizi degli altri e di cadere nella dissolutezza. Ma non si può che constatarne la negatività, l'immoralità, la sregolatezza, l'influenza dannosa e riprovevole nei confronti degli altri, in un egoismo tossico che porta ad avvelenare l'anima e che, essendo contro natura, non può che presentare un conto molto salato. La scrittura di Oscar Wilde è ricercata ed elegante, come si addice al tempo in cui fu scritto. Vi sono numerosi dialoghi, ma anche tante riflessioni che regalano frasi ad effetto ed aforismi che non possono passare inosservati. Non mancano le descrizioni delle scenografie. La trama prosegue con un ritmo lento che ben si adatta al lato più introspettivo del libro, ma non mancano colpi di scena e crescendo. L'epilogo è la ciliegina sulla torta di un libro che scuote ed incanta. Un libro che ho letto ai tempi della scuola e che ho riletto a distanza di tanti anni, ma con lo stesso piacere!

A casa prima di sera - Riley Sager

È un libro dominato dal paranormale, focalizzato su una casa infestata e che si pone a metà strada tra un horror ed un thriller. Il libro è in prima persona, ma le voci narranti sono due, in quanto l'autore Riley Sager crea un bellissimo parallelismo tra il presente di Maggie ed il libro scritto dal padre. I fatti narrati nell'horror del padre vanno così di pari passo con le vicende della figlia, rendendo ancora più suggestiva l'atmosfera, oltre a rendere ancora più labile il confine tra fantasia e realtà. Anche i toni cupi e l'ambientazione un po' gotica contribuiscono ad immergere il lettore nella trama, generando tensione e brividi tra i più suscettibili. Personalmente posso dire di credere ai fantasmi e, quindi, di essere sicuramente rimasta impressionata dai rumori inquietanti, dalle presenze avvertite, dalle luci e dai suoni inattesi. La trama è ben articolata, anche nell'alternarsi dei piani temporali tra passato e presente, in un crescendo che ha per obiettivo la risoluzione di un mistero. Fino alla fine è impossibile prevedere l'evolvere della storia ed immaginare se il paranormale avrà una spiegazione che lo metterà in discussione. Difficile anche individuare i colpevoli delle varie scomparse che sembrano interessare la casa infestata. I colpi di scena non mancano ed anche l'epilogo riserva una svolta tutt'altro che banale. La testimonianza e l'indagine di Maggie sono cariche di quella tensione psicologica che traspare dalle sue paure, dai suoi dubbi, dai ricordi annebbiati dell'infanzia. La scrittura è molto scorrevole e magnetica e risulta difficile interrompere la lettura, incuriositi dal desiderio di sapere come proseguirà. Una lettura che mi ha davvero catturata e che mi è piaciuta davvero molto!

La camera azzurra - Georges Simenon

È un romanzo incisivo e tagliente che, nonostante la brevità, riesce a scandagliare il lato più oscuro dell'animo umano. È la storia di un tradimento passionale, dominato dal piacere assoluto ed animalesco, come risulta ben chiaro dalle descrizioni erotiche delle prime righe. Ma Georges Simenon non si sofferma su questo aspetto, bensì sul quello distruttivo conseguente al troncamento non consenziente di una relazione extraconiugale. Lo fa mostrando la mente dei suoi personaggi, in modo lucido, asciutto. L'eco del personaggio di Andrée, benché non sia così presente sulla scena come Tony, è assordante, un assillo nella sua mente, un rimando continuo di un'ossessione che la caratterizza alla perfezione, in tutte le conseguenze di un amore a cui non si può e non si vuole rinunciare. E nonostante la sua assenza, la potenza di questo diabolico personaggio è innegabile, tanto da schiacciare anche chi cercava di sottrarsi e fuggire. L'autore crea una commistione perfetta tra più piani temporali, in una trama che abbraccia il passato ed il futuro di un processo, perfettamente integrato nella progressiva narrazione della vicenda. Il tutto, questa volta, si macchia di azzurro, il colore della stanza del peccato, un colore che trasmette freddezza, impassibilità, come quella di Andrée in tribunale ed anche una serenità sporcata, perché persa da Tony nel momento che mette in pericolo la tranquillità della sua vita coniugale. È un romanzo in cui anche la morte passa in secondo piano, di fronte alla spietatezza che la provoca. La scrittura è scorrevole, ricca di dialoghi, carica di tensione, stemperata dalle piacevoli descrizioni della scenografia. Una lettura che consiglio!

Le identità di genere - Elisabetta Ruspini

Mi aspettavo un libro più "teorico" sui significati di genere e invece è più uno studio analitico di dati relativi alle questioni di genere, con particolare attenzione per le disparità sociali inquadrate anche in discorsi generazionali. Comunque, è stata una lettura molto interessante, soprattutto all'inizio, e conferma che il concetto di genere - con tutto il bagaglio di costumi, convenzioni, stereotipi, regole scritte e non scritte... - è in realtà un concetto molto, molto relativo e legato ai mutamenti sociali.

Fattore K - Paola Laforgia

Un affresco godibile ed appassionato della cultura popolare coreana con particolari approfondimenti relativi alla musica e alle serie televisive che sono riuscite a conquistare gli apprezzamenti di tante persone al di fuori della Corea.
Il testo, soprattutto all’inizio, è ricco di dettagli relativi ai tantissimi gruppi musicali che ogni anno nascono nel paese. Colpiscono il lettore le dinamiche di reclutamento dei giovanissimi artisti, la cura maniacale dei dettagli scenografici, il forte legame tra la musica e i video. I cantanti sono anche ballerini, sono idoli dei loro fan, intorno a loro ruota un mondo di merchandising incredibile, i gruppi stessi sono tutti sotto contratto con grandi agenzie dello spettacolo che si occupano di tutti gli aspetti, dalla composizione della musica alla sua diffusione a livello mondiale.
Nel libro vengono trattati i processi di esportazione, dapprima nel resto dell’Asia poi nel mondo occidentale, dei prodotti culturali coreani, siano musicali o filmici.
Se si riesce ad andare oltre al dettaglio quasi maniacale delle citazioni di nomi e traslitterazioni, il libro si dimostra molto godibile anche per quanto riguarda la presentazione del contesto culturale in cui tutto questo si sviluppa. Colpiscono i passi enormi che un paese quasi arretrato fino a 20 anni ha fatto, diventando una potenza economica mondiale.
Fino a diventare un fattore di moda per gli amanti dalla cultura K-POP.

L'emporio del cielo e della terra - James McBride

È un romanzo storico decisamente corposo, non tanto per il numero di pagine, quanto per il contenuto. Il libro si apre con una vicenda conclusiva, per poi ripercorrere tutti i fatti che l'hanno preceduta. L'inizio della lettura è abbastanza difficoltoso e non così chiaro, anche per l'abbondante uso di una specifica terminologia ebraica, relativa a tradizioni, feste, figure, abbigliamento, cibo. Un glossario si sarebbe rivelato molto utile ai fini della migliore comprensione del testo, senza affaticare il lettore che, per evitare di perdere dei pezzi, si ritrova costretto a cercare in internet. È il caso di goyim, ossia i non ebrei, i gentili o di fusgeyer, i rifugiati ebrei che hanno lasciato la Romania durante la fase di antisemitismo; tutti termini interessanti ma dati per scontati e non esplicati. La trama principale risulta interessante ma a mio avviso viene ampliata troppo, includendo numerose digressioni su numerosi personaggi secondari che non fanno altro che appesantirla. Risulta così disgiunta, poco fluida, con eventi apparentemente slegati tra di loro. Anche la scrittura di James McBride non è molto scorrevole, con pochi dialoghi e spesso con periodi molto lunghi. Serve un po' di tempo per destreggiarsi tra i vari personaggi ed orientarsi tra i vari punti di vista che interessano la narrazione, con situazioni che vengono lasciate in stand by per più capitoli. Indubbiamente interessanti sono le tematiche trattate: il razzismo e l'operato di organizzazioni politiche e terroristiche per sostenere la superiorità della razza bianca (Ku Klux Klan), la violenza, il maltrattamento in strutture ospedaliere per infermi e malati di mente dai metodi discutibili, la perversione; ma anche la solidarietà e la giustizia. Ed è ciò che dà valore al libro, ma personalmente non sono riuscita ad apprezzarne la struttura né la scelta stilistica dell'autore. Peccato perché il suo intento è quello di omaggiare Sy Friend, direttore in pensione di un campeggio per bambini con disabilità, in cui McBride ha lavorato da studente universitario, ringraziandolo per i valori di inclusione, amore ed accettazione che gli ha trasmesso.

La banalità del male - Hannah Arendt

Nel saggio, uscito nel 1963, Hannah Arendt, giornalista ed intellettuale tedesca fuggita in Francia nel 1933 in seguito alle politiche antisemite, racconta del processo al criminale nazista Eichmann, celebrato nel 1960 a Gerusalemme.
Malgrado il testo si basi su documenti ed atti del processo, quindi su fatti oggettivi, risulta ancor oggi scomodo, faticoso perché affronta, e non nasconde, questioni spinose, dolorose, come la differenza nelle reazioni e nei comportamenti dei diversi popoli e governi europei al progetto nazista di soluzione finale del popolo ebraico, oppure il ruolo giocato dai Consigli ebraici nelle deportazioni, oppure ancora le responsabilità dei tedeschi, capi e funzionari nazisti da un lato, comuni cittadini dall'altro, nel perfetto funzionamento dell'ingranaggio dello sterminio.
Un saggio lucido, per alcuni versi unico, che cerca di fornire una lettura razionale di un periodo buio il cui "guaio" scrive l'autrice, "era che di uomini come lui [Eichmann] ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e lo sono tuttora, terribilmente normali".

Scrittura cuneiforme - Kader Abdolah

Ismail, rifugiato politico di origini iraniane, vive nei paesi bassi e fa i conti con la vita scrivendo un libro che racconta la storia di suo padre Aga Akbar. Scrive immerso nella nebbia del polder per sconfiggere la nostalgia e per assolversi di averlo abbandonato.
La narrazione è molto poetica, quasi fiabesca. Il bambino, nato sordomuto, viene protetto dalla madre che ottiene per lui il nome principesco del padre e dallo zio Kazem Gan che gli insegna a scrivere mostrandogli un’antica incisione, messaggio di un grande re, e sceglie per lui lavoro di restauratore di tappeti, arte che gli consentirà di meritare rispetto e dignità.
Ismail fin da bambino sarà il suo interprete, la sua voce ed ora cerca di interpretare il taccuino dove il padre con caratteri cuneiformi ha annotato lo svolgersi della propria vita. L’impresa è altrettanto ardua quanto attraversare le montagne per sfuggire alla persecuzione ai dissidenti politici attuata da Khomeini, ancora più aspra di quella dello scià.
Il libro ha lasciato parecchie domande senza risposte, ma i personaggi, efficacemente tracciati, hanno lasciato tracce nel cuore.

Paddy Clarke ah ah ah! - Roddy Doyle

In una squallida periferia irlandese in veloce espansione edilizia i bambini vivono in strada e rincasano la sera, sporchi e ammaccati. Non tutti i genitori sono amorevoli, non sempre i genitori sono amorevoli, gli insegnati non sono certo amorevoli, ma la scorribanda fra cantieri, campi e botteghe è perpetrata ai limiti della correttezza, della legalità della giustizia pur con la consapevolezza delle dure punizioni che attendono i nostri eroi al rientro.
La narrazione è in prima persona per voce di Paddy che ha dieci anni alla fine degli anni 60, una gran voglia di imparare cose nuove, un bel gruppo di amici, un fratellino che molesta continuamente e una famiglia accogliente (“mamma si fermava sempre per sentire cosa avevi da dire, voleva sempre sapere” “papà era un disastro in tante cose però non faceva scoregge”).
L’analisi degli avvenimenti e dei personaggi che si aggirano nella vita di Paddy è infantile e acuta, sarcastica e malinconica, divertente e spietata.
Si ride tanto e un po’, anche, si piange con lui.

Paddy Clarke ah ah ah! - Roddy Doyle

In una squallida periferia irlandese in veloce espansione edilizia i bambini vivono in strada e rincasano la sera, sporchi e ammaccati. Non tutti i genitori sono amorevoli, non sempre i genitori sono amorevoli, gli insegnati non sono certo amorevoli, ma la scorribanda fra cantieri, campi e botteghe è perpetrata ai limiti della correttezza, della legalità della giustizia pur con la consapevolezza delle dure punizioni che attendono i nostri eroi al rientro.
La narrazione è in prima persona per voce di Paddy che ha dieci anni alla fine degli anni 60, una gran voglia di imparare cose nuove, un bel gruppo di amici, un fratellino che molesta continuamente e una famiglia accogliente (“mamma si fermava sempre per sentire cosa avevi da dire, voleva sempre sapere” “papà era un disastro in tante cose però non faceva scoregge”).
L’analisi degli avvenimenti e dei personaggi che si aggirano nella vita di Paddy è infantile e acuta, sarcastica e malinconica, divertente e spietata.
Si ride tanto e un po’, anche, si piange con lui.

R: Le assaggiatrici - Rosella Postorino

È un romanzo storico che trae spunto dalla reale vicenda di Margot Wölk, ultima assaggiatrice di Hitler, che la rese pubblica solo all'età di 96 anni. Il libro è in prima persona e la protagonista esterna chiaramente sentimenti, sensazioni, dispiaceri e tormenti. La sua condizione di cavia umana ha reso lei, e tutte le altre assaggiatrici, una sorta di Cappuccetto Rosso nella pancia del Lupo, l'appellativo con cui era solito farsi chiamare il fuhrer. E Rosella Postorino è bravissima a costruire intorno al tema storico principale una trama che abbraccia diversi tipi di relazione: quella familiare, quella della difficile amicizia e lealtà da costruire con chi quotidianamente si siede allo stesso tavolo, quella "lavorativa" e di sottomissione al potere dei soldati tedeschi e quella sentimentale, appassionata e travagliata. Il tutto accompagnato da uno sfondo storico ben inserito e documentato, con vicende e personaggi reali come Goebbels, giornalista e cancelliere del Reich, nonché braccio destro di Hitler, ed il colonnello Claus Schenk Graf Von Stauffenberg, che attentò alla sua vita quando la guerra iniziò a volgere al peggio, o ancora l'incontro con Mussolini. Non manca anche una dimensione onirica, in cui Rosa si confronta con incubi di violenza e presagi tutt'altro che positivi, oltre a fantasticare sul futuro. La trama è molto articolata e prevede un mix di piani temporali, tra il presente ed i ricordi, che continuano ad intrecciarsi in modo nostalgico. Interessante la scelta di narrare un pezzo di storia dal punto di vista di una figura tedesca, teoricamente dalla parte dei carnefici, ma risultando comunque vittima di un abuso di potere. Bella anche la diversificazione delle assaggiatrici, tra le invasate sostenitrici del regime nazista e chi non può che provare odio per chi le priva di libertà e condiziona il loro destino. Vi sono degli inaspettati colpi di scena ed un epilogo un po' anomalo, ma che bene trasmette il messaggio del grande cambiamento che investe chi vive sopra la propria pelle il terrore ed il dolore di una guerra, allontanando ancora di più chi non può vantare un legame profondo e stabile.

La catastrofica visita allo zoo - Joël Dicker

È un semplice thriller che prevede sì la risoluzione di un caso, ma che pone maggiormente l'accento su altri importanti temi universali. Il tutto è raccontato in prima persona e visto attraverso gli occhi sinceri ed innocenti di una bambina. Ed il registro linguistico di Joël Dicker si adatta a questa giovane protagonista, che non può che conquistare il cuore dei lettori con la sua simpatia ed i suoi modi di fare. I piccoli personaggi sono tutti ben caratterizzati e facilmente memorizzabili per le loro peculiarità. Interessante come concetti e sentimenti complicati vengano resi accessibili a chiunque attraverso la semplicità tipica dei bambini: bullismo, disabilità, amore, tolleranza, inclusione, democrazia, uguaglianza e diversità vengono affrontati senza maschere e senza pregiudizi, attraverso una grande lezione che i più piccoli possono dare ai grandi. Ed è proprio questo ciò che colpisce, anche perché il tutto viene affrontato in modo simpatico, ironico, spassoso, con il divertimento e l'allegria che sprigionano sempre tutti i bambini. Si tratta di vicende semplici, quasi delle barzellette, che non possono che suscitare un sorriso nel lettore. Ed allora ciò che importa non è più la risoluzione del caso, che sicuramente diventa prevedibile, ma i valori che questi personaggi riescono a trasmettere. Premetto che è il primo libro dell'autore che leggo, e quindi la mia impressione è totalmente libera da condizionamenti. Quindi penso che una volta scoperto il suo dichiarato intento, non si può che apprezzare il lavoro di Dicker: riunire le persone, sempre più condizionate dai social e nascoste dietro uno schermo, attraverso un libro adatto a tutti e che possa fare da gancio tra più persone possibili.