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I fratelli Karamazov
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

I fratelli Karamazov : romanzo in quattro parti con epilogo/ Fëdor Dostoevskij ; traduzione di Claudia Zonghetti ; con un saggio introduttivo di Vladimir Lakšin e il saggio di Sigmund Freud Dostoevskij e il parricidio

Torino : Einaudi, 2023

Abstract: «Sto per terminare i Karamazov», scrive Dostoevskij il 16 agosto del 1880. «Quest'ultima parte, lo vedo e lo sento da me, è così originale e diversa da come scrivono gli altri, che non mi aspetto alcuna approvazione dalla critica. Il pubblico, i lettori sono un'altra storia: mi hanno sempre sostenuto». A un secolo e mezzo dalla sua comparsa, dapprima sulla rivista «Russkij vestnik» (Il messaggero russo) e poi in un'edizione in due volumi che andò esaurita nel giro di qualche settimana, questa scrittura diversa e originale, «madre della prosa moderna e che ha portato alla sua intensità attuale » (James Joyce), questi «vortici in ebollizione, turbinose tempeste di sabbia, getti d'acqua che sibilano e ribollono e ci risucchiano » dentro pagine composte «essenzialmente e completamente della materia di cui è fatta l'anima» (Virginia Woolf), questa «vetta della letteratura di ogni tempo » (Albert Einstein), questo «libro che può insegnarti tutto quello che serve sapere sulla vita» (Kurt Vonnegut), questo autore «che sovrasta con la sua statura le nostre letterature e la nostra storia» e che «oggi ancora ci aiuta a vivere e sperare» (Albert Camus), questa lettura «nevrotica » (Vladimir Nabokov) ma umanissima del cristianesimo, non ha perso nulla della sua potenza letteraria. E ancora oggi, mentre assistiamo al parricidio più famoso delle lettere moderne e ne seguiamo l'esaltante iter giudiziario, siamo costretti a scendere con Ivan, Dmitrij e Alësa Karamazov nelle profondità più scomode dell'animo umano, a interrogarci sugli istinti peggiori dell'individuo e della società, a incidere come un patologo le cancrene della nostra coscienza, in un percorso in cui realtà e incubo non sempre hanno contorni netti, in cui la tragedia si accompagna alla farsa, e la disperazione si danna per alimentare una pur esile fiammella di speranza. "I fratelli Karamazov" è il testamento letterario, e non solo, di Dostoevskij, il romanzo di chi guarda al sublime da una pozza di fango, delle idee che prendono fuoco, di coloro che «non respirano mai tranquillamente né mai si riposano (...), di chi vive nella febbre, nella convulsione, nello spasimo» (Stefan Zweig).

Racconti
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Racconti / Fëdor Michajlovic Dostoevskij ; a cura di Serena Prina

Milano : Feltrinelli, 2023

Universale economica Feltrinelli Classici

Abstract: Dalla penna di uno dei più straordinari romanzieri del diciannovesimo secolo sono uscite anche queste dodici piccole gemme. Nei racconti, in particolar modo in quelli scritti prima del processo, della finta condanna a morte e dei lavori forzati, l’artista affina le sue armi e comincia a esplorare i temi che poi diventeranno centrali nelle sue opere maggiori. Soprattutto, sorprendentemente, mettendosi alla prova su registri che all’interno dei grandi romanzi troveranno meno spazio, come quello comico. Non mancano infatti povertà, furti, truffe, donne crudeli, matrimoni calcolati attorno ad alberi di Natale e ricconi che decidono di morire indigenti pur di preservare il proprio denaro, ma queste pagine sono anche colorate di cartomanti imbroglione, improbabili eventi che si frappongono nell’amicizia di uomini d’affari ed esilaranti disavventure di mariti gelosi. La finissima abilità di Dostoevskij di scrutare l’animo umano è già tutta in queste pagine. Le accompagnano, per la prima volta in Italia, quelle parti dei racconti giovanili che lo stesso autore tagliò in occasione dell’edizione del 1860.

I fratelli Karamazov
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

I fratelli Karamazov / Fëdor Dostoevskij

[S.l.] : Theoria, 2023

Abstract: Il continuo e violento contrasto tra padre e figli è la tematica centrale del romanzo, forse il più articolato di Dostoevskij. Fëdor, vecchio malvagio e libertino, con il suo carattere arrogante e tirannico suscita l’odio dei quattro figli Alësa, Dmitrij, Ivan e dell’illegittimo Smerdjakov. Accomunati dal profondo disprezzo per il padre, i fratelli Karamazov si presentano con caratteri profondamente diversi. Nonostante i repentini colpi di scena e i continui equivoci, alla fine i quattro fratelli, grazie a una significativa trasformazione spi rituale e morale, arriveranno alla totale riaffermazione di sé. Nel raccontare le vicende umane della famiglia Karamazov, Dostoevskij mostra tutta la potenza evocativa della sua scrittura che da sempre conquista i lettori di tutto il mondo.

Il sosia
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Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il sosia / Fedor Dostoevskij ; traduzione e cura di Serena Prina

Vicenza : Pozza, 2022

Abstract: È una notte di tregenda a San Pietroburgo, una terribile notte novembrina. Il consigliere titolare Goljadkin avanza a piccoli passi rapidi e minuti. Incurante della neve, dell'aria gravida di ascessi, raffreddori e febbri, vorrebbe fuggire da sé stesso, distruggersi del tutto, ridursi in cenere. In casa di Olsufij Ivanovic, suo benefattore e padre della bella Klara, ha subìto la peggiore delle umiliazioni: è stato messo alla porta come il più spregevole degli esseri umani. Non c'è anima viva in giro, eccetto un passante che, vestito e imbacuccato come il consigliere titolare, sgambetta a passi corti lungo il marciapiede della Fontanka e sparisce poi lontano, procurando a Goljadkin una vaga inquietudine. Il consigliere titolare si affretta allora a raggiungere casa, ma, una volta messo piede nel suo appartamento, una terrificante sorpresa lo aspetta: seduto sul suo letto, il suo conoscente notturno gli fa un cenno amichevole col capo. Goljadkin si accascia al suolo in preda al terrore. L'uomo infatti non è altri che lui stesso, un altro Goljadkin, il suo sosia sotto tutti gli aspetti. Così, con questo espediente carnevalesco comincia quest'opera. Ai contemporanei seguaci della scuola naturale, quando fu pubblicata per la prima volta nel 1846, apparve in tutto e per tutto come un racconto alla Gogol', in cui il fantastico viene piegato in chiave comico-grottesca. Sbagliavano. Il sosia è lontano dalla dimensione gogoliana della scrittura, poiché annuncia l'essenza stessa, la verità più profonda di tutta l'opera di Dostoevskij: l'idea che l'uomo è un essere fondamentalmente doppio, un vivente capace di essere costantemente altro da ciò che è, l'unico in grado di arrivare persino alla negazione di sé («Di tutto si può discutere all'infinito, ma da me s'è riversata fuori soltanto negazione» afferma Stavrogin nei Demonî). Come scrive Serena Prina nella postfazione a questa edizione, da lei curata e ritradotta dal russo, dell'uomo del sottosuolo, di Raskol'nikov, di Stavrogin, dei Karamazov, di tutti i personaggi che, nell'universo dostoevskiano, sono afflitti da «violente pulsioni contrapposte», Goljadkin rappresenta l'avanguardia, l'«ineludibile punto di partenza dell'esplorazione dei mondi interiori».

Il coccodrillo
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Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il coccodrillo : un avvenimento straordinario, ovvero Impasse nel Passage / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Serena Vitale

Milano : Adelphi, 2022

Abstract: Pietroburgo, anni Sessanta dell'Ottocento. In un negozio del Passage, l'elegante galleria commerciale - la prima in Russia - inaugurata nel 1848 sul Nevskij Prospekt, un tedesco espone a pagamento un coccodrillo. Il funzionario Ivan Matveich, uomo supponente e ignorante, e la sua bella moglie Elena Ivanovna vanno ad ammirare l'esotica attrazione con un amico di famiglia. Ma quando Ivan Matveich cerca di solleticargli il naso con un guanto, il coccodrillo lo inghiotte in un solo boccone. Sventrare l'animale sembrerebbe l'unica soluzione - «retrograda», però, osserva un progressista di passaggio. E lo stesso Ivan Matveich, dal ventre del suo leviatano - grande, comodo, solo un po' troppo odoroso di gomma -, fa sapere che vuole restarsene lì dentro. Lontano dagli svaghi mondani, sostiene, potrà dedicarsi come un «nuovo Fourier» a migliorare le sorti del genere umano, e «dal coccodrillo ... verranno la verità e la luce». Mentre al Passage la gente si accalca per vedere il «mostro», Ivan Matveich - caustica parodia di chernyshevskij e di tutti i pensatori «rivoluzionari» dell'epoca - continua a fantasticare sulle nuove magnifiche sorti e progressive della patria russa. Strizzando l'occhio al Naso di Gogol', anticipando altre e più tremende metamorfosi novecentesche, divertendosi e divertendo, Dostoevskij presagisce il trionfo della borghesia, il culto del benessere e del profitto, fino alla passione per gli shopping center, e costruisce l'immagine di un «nuovo mondo» tanto risibile quanto mostruoso.

Il poema del grande inquisitore'
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il poema del grande inquisitore' : fra teodicea e modernità / Fedor Dostoevskij ; a cura di Antonio Coratti ; con la traduzione di Stefano Maria Capilupi

Roma : Castelvecchi, 2022

Abstract: Una nuova traduzione delle pagine di Dostoevskij più note e controverse: quelle del "Poema del Grande Inquisitore" narrato da Ivan all'interno dei "Fratelli Karamazov". Racconto nel racconto, la leggenda è analizzata a partire da prospettive diverse che mettono in luce la drammatica dialettica fra teodicea e modernità nell'incontro tra Cristo e il Grande Inquisitore ai tempi dei roghi di Siviglia. Con saggi critici di Gaetano Lettieri, Antonina Nocera, Mario Reale e Stefano Maria Capilupi.

Ribellione
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Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Ribellione / Fëdor Dostoevskij ; traduzione di Maria Rosaria Fasanelli

Milano : Salani, 2022

Abstract: "Ribellione" è il capitolo dei "Fratelli Karamazov" che precede il celebre 'poema' "Il Grande Inquisitore". In questo brano due dei figli di Fëdor Karamazov, Ivan e Alioscia discutono a proposito della natura dell'uomo e della libertà, e in particolare del male nel mondo e di come si possa amare il prossimo. Ne scaturisce un discorso serrato e profondo, che porta per mano il lettore fino alle radici della libertà umana e del male nel mondo, del senso della sofferenza e del dolore dei bambini innocenti, dell'accettare o ribellarsi al male, del tema della felicità e del perdono costellato di esempi che ci riportano al cuore della nostra realtà e in tempo di guerra. Dopo essersi dedicato al Grande Inquisitore e aver affrontato i problemi del peso della libertà, della fede e del libero arbitrio, della giustizia e del peccato, dell'individualismo e della responsabilità universale, in "Ribellione" Gherardo Colombo ci accompagna, passo dopo passo, a riscoprire la profondità di Dostoevskij nel misurarsi con altre tra le domande più difficili della condizione umana, le più fondamentali, sul senso della vita, dalle quali di solito veniamo distratti, ma che in tempi come questi tornano prepotenti a occupare la nostra mente e i nostri cuori. In uno dei momenti più difficili della storia contemporanea, Gherardo Colombo ritorna a parlare attraverso Dostoevskij con un libro che colpisce per l'attualità degli argomenti trattati.

La febbre del gioco
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

La febbre del gioco / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Fausto Malcovati

Milano : Marcos y Marcos, 2021

Abstract: È molto semplice e stupido, scrive Dostoevskij, il segreto che permette di vincere al gioco: basta controllarsi continuamente. Ma una volta saputo il segreto, saremo in grado di applicarlo? Per quasi dieci anni, dal 1862 al 1871, Dostoevskij non ci riesce. Febbrile e irrazionale come ogni vero giocatore, le sue mani sono "incatenate al gioco". Vince alla roulette, si ripromette di andarsene, di pagare i debiti; poi torna al tavolo da gioco, e non si stacca finché non perde tutto, "tutto!" Si umilia, si dispera, chiede a moglie e amici i soldi per il biglietto di ritorno, e va a giocarsi anche quelli. Sono gli anni in cui scrive Memorie dal sottosuolo, Delitto e castigo, Il giocatore, I demòni: leggendo queste lettere turbinose pare che scriva soltanto sotto la pressione dei debiti di gioco, per continuare a giocare. Deve toccare il fondo, per ritrovare la concentrazione e concedersi di scrivere, pensa Anja, la seconda moglie. Il gioco per lui era un modo di punirsi? si chiede Freud in un passaggio chiave di Dostoevskij e il parricidio. L'avventura di un uomo e una piaga sociale allucinante

Il giocatore
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il giocatore / Fëdor Dostoevskij

Bologna : Piretti, 2021

Abstract: In una città termale tedesca famosa per il suo casinò, il giovane precettore Aleksej Ivànovic viene posseduto dal demone della roulette, ritrovandosi in un universo chiuso dove la passione febbrile per il gioco distrugge gli animi e aliena le menti. Uno specchio della dipendenza dello stesso Dostoevskij. Carico di tensione e implacabile nell'analisi psicologica dei posseduti, questo racconto lungo rimane uno dei simboli della letteratura maledetta.

L'adolescente
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

L'adolescente / Fedor Michailovic Dostoevskij ; a cura di Serena Prina ; in appendice Vita di un grande peccatore

Milano : Feltrinelli, 2021

Abstract: Arkadij Dolgorukij ha diciannove anni, propugna convinzioni assolute e nutre un'ambizione sconfinata, pari solo alla propria ingenuità. Figlio illegittimo di un dissoluto proprietario terriero, è combattuto fra il desiderio di denunciare le malefatte del genitore e il bisogno di esserne amato, ed è sotto la spinta di queste opposte pulsioni che raggiunge il padre a San Pietroburgo per prendere servizio nel posto che questi gli ha procurato. In realtà, però, Arkadij ha un piano - un delirio di grandezza che ha trovato terreno fertile nell'isolamento in cui il ragazzo è cresciuto - ed è entrato in possesso di un misterioso documento, che dovrebbe assicurargli un infallibile ascendente sui suoi interlocutori, se solo fosse sicuro di come esercitarlo e di quale risultato intenda ottenere. Nato dall'intenzione di scrivere un'opera ideologica sul tema delle "famiglie casuali", terreno di coltura per una gioventù inquieta e sradicata, L'adolescente trascende il progetto iniziale dell'autore riuscendo a toccare corde molto intime, temi che ci hanno sfiorati tutti nel percorso verso l'età adulta. A completare il testo, questo volume presenta Vita di un grande peccatore, il primo abbozzo di un'opera da cui sarebbero poi scaturiti tre fra i più importanti romanzi di Dostoevskij: I demonî, L'adolescente e, in parte, I fratelli Karamazov.

I demoni
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

I demoni / Fedor Dostoevskij ; traduzione di Mirco Gallenzi ; introduzione di Remo Cantoni

Milano : Mondadori, 2021

Abstract: Ideale continuazione di Delitto e castigo, di cui approfondisce in senso sociale e politico l'indagine etico-religiosa sul tema della libertà, I demoni costituisce - senza tuttavia rinunciare alle ragioni dell'arte - l'opera più polemica di Dostoevskij. La filosofia del tutto è permesso di Raskòl'nikov diviene qui la teoria rivoluzionaria secondo cui l'azione politica è al di sopra del bene e del male. Attraverso i protagonisti del romanzo, Dostoevskij accoglie l'intera tempesta di dubbi, negazioni, critiche che investe l'uomo moderno. Ma sa anche di possedere i valori per uscire dalla crisi. Tutta la sua opera è infatti un drammatico dialogo tra negatività e positività. Un dialogo che è l'essenza dell'uomo.

Il villaggio di Stepàncikovo e i suoi abitanti
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il villaggio di Stepàncikovo e i suoi abitanti : dalle memorie di uno sconosciuto / Fëdor Michajlovic Dostoevskij ; introduzione di Erri De Luca ; traduzione di Miriam Capaldo

Roma : Castelvecchi, 2021

Abstract: «Sono convinto, come di un assioma, che questo romanzo abbia grandi pregi e che sia la mia migliore opera. L'ho scritto in due anni. L'inizio e la parte finale sono stati elaborati con cura, il finale, invece, è stato scritto affrettatamente. Ma vi ho messo la mia anima, la mia carne e il mio sangue [...]. In esso vi sono due grossissimi caratteri tipici, creati e studiati nel corso di cinque anni, elaborati (secondo me) alla perfezione, caratteri russi in tutto e per tutto e mai rappresentati finora nella letteratura russa». Da una lettera di Dostoevskij al fratello Michaìl, 1859 «Un lettore vuole lasciarsi incidere da quello che legge, conservare un graffio nella memoria che gli permetta un giorno di mostrare la sua conoscenza attraverso un nome, un titolo, un personaggio. Foma Fomi?, garantisco, ottiene questo risultato, guadagnandosi posto e piedistallo nel museo delle cere del lettore.» (Dall'Introduzione di Erri De Luca.)

Il grande inquisitore
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Il grande inquisitore / Fedor Dostoevskij ; traduzione di Serena Vitale . Il peso della libertà / di Gherardo Colombo

Milano : Salani, 2021

Abstract: Millecinquecento anni dopo la sua morte, a Siviglia, Cristo torna sulla terra. Cammina per le strade della città spagnola dove, alla presenza di tutti i cittadini, il cardinale Grande Inquisitore sta consegnando al rogo un centinaio di eretici. Il suo arrivo è silenzioso, eppure il popolo lo riconosce, circonda, è pronto a seguirlo. Ma in quel momento il Grande Inquisitore attraversa la piazza, si ferma a guardare la folla, incupito. Poi ordina alle sue guardie di catturare Cristo e rinchiuderlo in prigione. Nell'oscurità del carcere, il vecchio e potente ministro della Chiesa pronuncia contro il Messia un fortissimo atto d'accusa, condannandolo a morte. In questo episodio dalla dignità autonoma dei Fratelli Karamazov Fëdor Dostoevskij afferma il proprio pensiero filosofico-religioso: la libertà dell'essere umano si basa su una fede senza dogmi e miracoli, senza gerarchie e autorità, contrapposta alla dottrina che in nome di un mandato superiore e indiscutibile sottrae agli uomini la consapevolezza di sé e il libero arbitrio. Sulla straordinaria attualità di questa riflessione si incentra il saggio di Gherardo Colombo: la massima sofferenza dell'uomo sta infatti in questa contraddizione, vivere diviso tra il desiderio di una tutela che lo sollevi dal tormento del decidere e l'aspirazione alla libertà individuale.

I fratelli Karamazov
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

I fratelli Karamazov / Fëdor Michjlovic Dostoevskij ; traduzione di Claudia Zonghetti Volume I e II

Ed. integrale

Torino :Einaudi, 2021

Abstract: «Sto per terminare i Karamazov», scrive Dostoevskij il 16 agosto del 1880. «Quest'ultima parte, lo vedo e lo sento da me, è così originale e diversa da come scrivono gli altri, che non mi aspetto alcuna approvazione dalla critica. Il pubblico, i lettori sono un'altra storia: mi hanno sempre sostenuto». A un secolo e mezzo dalla sua comparsa, dapprima sulla rivista «Russkij vestnik» (Il messaggero russo) e poi in un'edizione in due volumi che andò esaurita nel giro di qualche settimana, questa scrittura diversa e originale, «madre della prosa moderna e che ha portato alla sua intensità attuale » (James Joyce), questi «vortici in ebollizione, turbinose tempeste di sabbia, getti d'acqua che sibilano e ribollono e ci risucchiano » dentro pagine composte «essenzialmente e completamente della materia di cui è fatta l'anima» (Virginia Woolf), questa «vetta della letteratura di ogni tempo » (Albert Einstein), questo «libro che può insegnarti tutto quello che serve sapere sulla vita» (Kurt Vonnegut), questo autore «che sovrasta con la sua statura le nostre letterature e la nostra storia» e che «oggi ancora ci aiuta a vivere e sperare» (Albert Camus), questa lettura «nevrotica » (Vladimir Nabokov) ma umanissima del cristianesimo, non ha perso nulla della sua potenza letteraria. E ancora oggi, mentre assistiamo al parricidio più famoso delle lettere moderne e ne seguiamo l'esaltante iter giudiziario, siamo costretti a scendere con Ivan, Dmitrij e Alësa Karamazov nelle profondità più scomode dell'animo umano, a interrogarci sugli istinti peggiori dell'individuo e della società, a incidere come un patologo le cancrene della nostra coscienza, in un percorso in cui realtà e incubo non sempre hanno contorni netti, in cui la tragedia si accompagna alla farsa, e la disperazione si danna per alimentare una pur esile fiammella di speranza. "I fratelli Karamazov" è il testamento letterario, e non solo, di Dostoevskij, il romanzo di chi guarda al sublime da una pozza di fango, delle idee che prendono fuoco, di coloro che «non respirano mai tranquillamente né mai si riposano (...), di chi vive nella febbre, nella convulsione, nello spasimo» (Stefan Zweig).

La bellezza salverà il mondo
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

La bellezza salverà il mondo : Pensieri Aforismi Polemiche / Fëdor Dostoevskij ; cura dell'edizione italiana di Claudia Sugliano

Milano : De Piante, 2021

Abstract: Non si esce indenni da Fëdor Dostoevskij: il grande romanziere russo scrive per tormentarci, mostra ciò che non vogliamo vedere, ci pone tra estasi e scandalo. Ci mette con le spalle al muro. "Chi vuole avvicinarsi a Dostoevskij deve compiere tutta una serie di exercitia spiritualia, e deve vivere ore, giorni, anni in un'atmosfere di evidenze contraddittorie", ha scritto Lev Sestov. Semplicemente, Dostoevskij ha costruito il nostro presente, è una torcia gettata tra le fauci del futuro. Critico letterario emigrato in Australia, Dmitrij Grisin (1908-1975) ha dedicato la vita allo studio di Dostoevskij. Il suo piccolo capolavoro è questo repertorio tematico di aforismi e pensieri, affilati come lame, estratti dall'opera di Dostoevskij, romanzi, lettere, diari. Utile per compiere un ingresso senza paracadute, a precipizio, nei romanzi di Dostoevskij, questo è, soprattutto, un manuale di lotta contro il proprio tempo, una sfida alle storture della modernità, alle strutture del potere, alle convenzioni filosofiche. Dall'Europa alla Russia, dal nichilismo alla religione all'arte, le ossessioni di Dostoevskij sono distillate in questo libro al veleno.

Netocka Nezvanova
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Netocka Nezvanova / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Serena Prina

Milano : Feltrinelli, 2020

Abstract: Anna, Anneta, Netocka: è così che nasce il nome della protagonista, come un tenero diminutivo creato da una povera madre disperata per vezzeggiare la figlioletta in un raro slancio affettuoso, in una misera stanza pietroburghese. Ma in Netocka domina, e diventa a sua volta diminutivo, il net della negazione, rafforzato dal cognome, Nezvanova, formato da un "ne" ("non") e dal participio passato passivo di "zvat'", "chiamare". Noina Lanonchiamata, è questa la traduzione approssimativa che fin dal titolo pone la piccola protagonista sotto il segno potente del "no": Netocka è l'esclusa, è colei che non è invitata al banchetto della vita, e che dal suo cantuccio è destinata a scrutare il mondo, degli adulti di casa prima, degli estranei di fuori poi. Un Dostoevskij al femminile, dunque, che però intreccia all'analisi del mondo interiore della bambina le tematiche tipiche del suo primo periodo, quello a suo modo "romantico", nel quale ragiona sul ruolo e sul senso dell'artista, e sul rapporto con le proprie opere. Le prime tre parti di Netocka vennero pubblicate all'inizio del 1849: a fine aprile Dostoevskij fu arrestato, condannato a morte, graziato mentre già si trovava sul patibolo. A ciò seguirono la deportazione, i lavori forzati, il confino: dieci anni nel buio della steppa, a cercare la luce; dieci anni dai quali Dostoevskij fece ritorno profondamente mutato, colmo di nuove idee, nuove passioni, nuove profondissime intuizioni. La quarta, quinta e sesta parte di Netocka non vennero mai scritte, in quanto l'aprile del 1849 segnò davvero la cesura fondamentale della creatività dostoevskiana: dopo, nulla sarebbe più stato lo stesso.

La mite
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

La mite ; Il sogno di un uomo ridicolo / Fedor Dostoevskij ; traduzione di Giovanna Spendel e Grazia Lombardo ; introduzione di Giovanna Spendel ; con un saggio di Stefan Zweig

Milano : Mondadori, 2020

Abstract: Nel romanzo breve La mite (1876), considerato uno dei suoi capolavori, Fëdor Dostoevskij tratta in modo del tutto nuovo il tema del suicidio, facendo narrare una dolorosa vicenda familiare da un marito meschino e grossolano che tuttavia, a poco a poco, riesce a riconoscere le proprie colpe nei motivi che hanno spinto la giovane moglie a togliersi la vita. Nel racconto fantastico Il sogno di un uomo ridicolo (1877) lo scrittore cerca invece di rappresentare una società utopica, una nuova età dell'oro di bontà e fraternità, regalandoci un messaggio di speranza innocente e bellissimo. Nell'insieme i due racconti rappresentano una radicale esposizione degli aspetti essenziali della vita stessa: l'amore e l'orgoglio, il coraggio e l'umiltà, il bene e il male.

Povera gente
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Povera gente / Fëdor Dostoevskij

Massa : Edizioni clandestine, 2020

Abstract: Scritto in forma epistolare, è ambientato in una Pietroburgo affollata di impiegati e affittacamere, cucitrici e mendicanti. Makàr Devuskin e Varvara Alekséevna, uniti da un debole vincolo di parentela e da un ben più saldo affetto, vivono l'uno di fronte all'altra, in due delle tante squallide camere dove la povera gente come loro tenta di scacciare, giorno dopo giorno, la fame e la cattiva sorte. Lei è una fanciulla sola e di salute cagionevole, lui un semplice impiegato in là con gli anni. Attraverso una fitta corrispondenza, l'autore dipinge la loro quotidianità, il loro passato, il desiderio di riscatto sociale e le ingiustizie a cui entrambi hanno dovuto e devono sottostare, perché "qualsiasi cosa si scriva, la situazione del povero non cambierà". E allora perché non godere di quel poco che la vita offre, perché non abbandonarsi agli affetti, quando permettono di uscire, anche solo per pochi istanti, dal grigiore che li circonda?

La condanna
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

La condanna / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Milena Rea

Bagno a Ripoli : Passigli, 2020

Le occasioni

Abstract: Il presente volume si compone di una serie di articoli compresi nel Diario di uno scrittore e scritti (pur inframezzati ad altri di diversa ispirazione) dall'ottobre al dicembre del 1876, e dunque a ridosso del grande lavoro per l'ultimo dei capolavori di Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov. All'origine di questi testi stanno due temi principali: quello del suicidio giovanile - in apparenza privo di vere motivazioni, ma che Dostoevskij scandaglia con la consueta profondità - e quello del caso giudiziario di Ekaterina Kornilova, la quale, alcuni mesi prima, aveva gettato da una finestra la sua figliastra di soli sei anni, rimasta poi miracolosamente illesa. I due temi si intrecciano e si allargano in una riflessione più generale che investe tutta l'etica dostoevskijana. Come scrive Marilena Rea nella prefazione: «Chi si suicida ha giocato fino in fondo la sua partita tra bene e male, la stessa che ricorre in tutti i romanzi di Dostoevskij. Nella visione profondamente spirituale che l'autore ha della vita, le pedine di questa partita si chiamano libertà, ragione, anima e Dio: l'uomo, in virtù della libertà di cui Dio lo ha dotato, è chiamato a scegliere il bene o il male, ed è proprio questo assunto a fargli correre il pericolo più grande, cioè perdere la dimensione spirituale della vita da cui discende la sua stessa libertà...».

Lettere
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Materiale linguistico moderno

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Lettere / Fëdor Dostoevskij ; a cura di Alice Farina ; traduzione di Giulia De Florio, Alice Farina e Elena Freda Piredda

Milano : Il saggiatore, 2020

Abstract: Fèdor Dostoevskij è uno dei più grandi scrittori di ogni tempo. Le sue opere sono annoverate tra i capolavori della letteratura di ogni epoca e luogo e, ancora oggi, nutrono lettori di tutto il mondo. Sono romanzi totali, monumenti letterari che contengono un sapere universale e manifestano la complessità della nostra esistenza travalicando confini e generazioni. Così le Lettere che Dostoevskij ha affidato alle mani dei suoi familiari, dei suoi amori, dei suoi sodali costituiscono, come scrive Alice Farina nell'introduzione, «il romanzo di una vita», «un'opera letteraria parallela all'opera, ma anche sorgente viva per l’opera stessa». E difatti sembrano traboccare di materiale romanzesco: l'arresto per aver frequentato un circolo di socialisti utopici, la condanna a morte, la grazia ottenuta pochi minuti prima di salire al patibolo; il confino in Siberia e la persecuzione della malattia; la continua e strenua battaglia per migliorare la propria condizione economica senza sacrificare nulla della propria arte. Ma questo materiale è qui innestato all'interno di una vita, la quale non può che diventare a sua volta sorgente creativa, in un continuo gioco di vasi comunicanti. Per buona parte inedite in Italia, queste pagine testimoniano poi gli scatti e le evoluzioni del pensiero di Dostoevskij, permettendoci di osservarne da vicino i movimenti interiori, come quando nel 1839, a soli diciotto anni, dichiara con orgoglio al fratello di voler dedicare la propria vita a svelare il mistero dell'essere umano. Le Lettere qui raccolte - ora interamente ritradotte, a comporre l'epistolario di Dostoevskij più completo mai pubblicato in Italia - raccontano questa missione; tracciano le linee di un'autobiografìa intima e coinvolgente e rivelano una personalità infuocata, dedita alla letteratura fino allo stremo delle forze; offrono un nuovo sguardo sul suo percorso intellettuale e sulla genesi di opere che hanno cambiato per sempre la letteratura, sollevando interrogativi che ancora reclamano risposte. Sono la lente d'ingrandimento sulla vita di uno scrittore che ha esplorato gli abissi della condizione umana e ne è uscito più vivo che mai.