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Trovati 44 documenti.
Elena / Euripide ; introduzione, introduzione, traduzione e note di Massimo Fusillo
6. ed.
Milano : Rizzoli, 2010
Storia vera / Luciano ; introduzione, traduzione e note di Quintino Cataudella
Milano : BUR, 2010
Le parole dei sapienti : Senofane, Parmenide, Zenone, Melisso / traduzione e cura di Angelo Tonelli
Milano : Feltrinelli, 2010
Abstract: Sapienza è una condizione dello spirito, un modo di essere, e non un insieme di contenuti che si ritengano veri e saggi. Il Sapiente è radicato nella sorgente delle cose, e dell'esperienza sapienziale possono farsi testimonianza scritta o orale parole, come quelle di Eraclito, Parmenide, Empedocle in Occidente, e delle Upanishad o dello ChuangTzu in Oriente, che vibrano della risonanza mistica da cui sorgono. A differenza della filosofia, la Sapienza è un modo di essere, non di pensare, ed è frutto del sé, mentre la filosofia lo è dell'ego. I Sapienti greci non erano uomini di scrivania, come forse amerebbero dipingerli a propria immagine e somiglianza gli esangui ermeneuti contemporanei, bensì individui che intraprendevano una via di continua ricerca di se stessi, all'insegna del motto delfico gnõthi sautón, e da questa pratica di ricerca spirituale venivano trasformati fin nelle intime midolla, come i Sapienti d'Oriente. Nel versante orientale, la Sapienza è un immenso commentario intorno alle folgorazioni mistiche e alle formulazioni religiose dei Veda, che trovano sistemazione nelle Upanishad. Diversa è la Sapienza greca, in cui fioriscono personalità spiccate, con maggiore differenziazione di linguaggio e di pensiero. Ma i temi di fondo sono gli stessi, e con ogni evidenza la Madre della Sapienza d'Oriente e d'Occidente è una sola e la medesima, benché da essa germoglino frutti ben diversi.
Menone / Platone ; traduzione e cura di Mauro Bonazzi
Torino : Piccola biblioteca Einaudi, 2010
Abstract: Nella sua brevità il Menane costituisce un'introduzione eccellente al pensiero di Platone. Nel volgere di poche pagine sono discussi tanti problemi, e tutti importanti: dalla virtù all'anima e alla sua immortalità; dalla conoscenza alla reminiscenza e alle idee, dalla politica alla matematica (il celebre episodio della dimostrazione geometrica con lo schiavo); il tutto sullo sfondo di una contrapposizione radicale tra due modelli di sapere opposti e incompatibili, quello di Socrate e quello dei sofisti, della vera e della falsa filosofia. Ma ciò che rende davvero intrigante il dialogo non è la varietà dei temi trattati, quanto la sua unità complessiva: le diverse questioni, come tanti percorsi differenti, conducono ad un unico problema, quello della filosofia e della sua importanza. Perché è la filosofia che sola può rendere conto dei problemi che assillano la vita degli uomini, offrendo loro la possibilità di una vita giusta, buona e felice. Ed è in questa celebrazione della potenza della filosofia che consiste il vero cuore del Menone, e la lezione più profonda di Platone - una lezione che vale non per i personaggi del dialogo, ma per l'unico destinatario che a Platone interessava: i suoi lettori.
Protagora / Platone ; introduzione, traduzione e note di Maria Lorenza Chiesara
Milano : Rizzoli, 2010
Abstract: Il Protagora è uno dei capolavori drammatici di Platone e una brillante introduzione alla sua filosofia. In quest'opera viene esaminata la possibilità di insegnare ai giovani la virtù, termine che indicava presso i Greci la capacità di realizzarsi pienamente come uomini 'kaloi kai agathoi', virtuosi ed eccellenti da tutti i punti di vista. Ambientato nella casa del ricco e dissoluto Callia, il dialogo assume i tratti di un'opera teatrale, sul cui scenario si misurano due grandiose e opposte personalità, l'affascinante Protagora, padre di tutti i sofisti e portavoce di una visione relativa dei valori politici e morali, e Socrate, il grande maestro di Platone; intorno, tra i curiosi spettatori, partecipano alla discussione i due sofisti Prodico e Ippia, e il celebre Alcibiade. Nell'introduzione Maria Lorenza Chiesara analizza puntualmente il dialogo e ne traccia le principali linee interpretative.
Ecuba / Euripide ; introduzione, traduzione e commento di Luigi Battezzato
Milano : Rizzoli, 2010
Abstract: In questa tragedia inquietante ed esemplare, ambientata sulle spiagge del Chersoneso tra la flotta greca di ritorno da Troia, una sconvolgente violenza femminile sembra dominare la scena. Prigioniera dell'esercito greco, un tempo regina di Troia, Ecuba sopporta l'estremo orrore: il duplice omicidio dei figli. La madre assiste impotente al sacrificio della figlia Polissena, tributo di sangue chiesto dal fantasma di Achille. Ma scopre anche che il figlio Polidoro, apparsole in sogno, è stato ucciso da Polimestore, il re di Tracia a cui era stato affidato da bambino. Con furia eroica, la sovrana compirà una vendetta terribile, uccidendo i figli di Polimestore e accecandolo, come in un eterno esilio. Alla fine, Ecuba accetterà di essere trasformata in una cagna dagli occhi di fuoco, secondo una oscura profezia di Dioniso. L'ampia introduzione analizza il nesso tra giustizia, punizione e vendetta, inestricabilmente legate in un mito carico di orrore, che ha ispirato Virgilio, Ovidio, Dante e Shakespeare.
I miti greci (Biblioteca) / Apollodoro ; a cura di Paolo Scarpi ; traduzione di Maria Grazia Ciani
10. ed.
Milano : Fondazione Lorenzo Valla : A. Mondadori, 2010
Abstract: La Biblioteca è, dopo la Teogonia di Esiodo, la prima opera sistematica che raccolga e ordini nella sua totalità il sapere mitico. Tutto il patrimonio mitico-religioso del mondo greco vi è contenuto, a formare una sorta di Genesi pagana.
Ditirambi / Bacchilide ; a cura di Roberta Sevieri
Milano : La vita felice, 2010
Abstract: Pochi generi lirici appaiono tanto sfuggenti quanto il ditirambo: in origine canto cultuale per Dioniso, presto evolutosi in senso marcatamente spettacolare, esso sembra infatti partecipare della natura beffarda e ambigua del dio cui è dedicato, sia per la scarsità dei testi superstiti, sia per il carattere problematico di molte testimonianze. Un ruolo determinante è svolto in questo quadro da Bacchilide, poeta a sua volta rimasto quasi inafferrabile sino alla fine dell'800, quando la scoperta di un papiro ha consentito di recuperare quasi per intero il libro degli Epinici e buona parte di quello dei Ditirambi; nei versi dell'usignolo di Ceo tornano così a risuonare le voci dei cori ciclici che si sfidavano negli agoni ateniesi e di altre città, celebrando con canti e danze il dio coronato d'edera.
Eutifrone ; Apologia di Socrate ; Critone / Platone ; cure di Bruno Centrone e Angelica Taglia
Torino : Einaudi, 2010
Abstract: In una nuova traduzione e cura, i tre dialoghi platonici che affrontano il processo a Socrate. Atene 399 a. C.: Socrate, accusato di non credere agli dèi tradizionali, corrompere i giovani e di introdurre nuove divinità, viene processato pubblicamente. Platone, suo discepolo, che assiste al dibattimento, in questi tre dialoghi ne offre un resoconto. Nell'Eutifrone Socrate, in procinto di incontrare il magistrato responsabile della messa in stato di accusa, ingaggia con il sacerdote Eutifrone una discussione sulla definizione di pietà religiosa, mostrando l'esigenza di una concezione religiosa fondata sulla ricerca dialettico-filosofica del vero. L'Apologia di Socrate è, invece, la difesa appassionata da lui stesso pronunciata e rappresenta il contributo piú importante e rigoroso alla comprensione della personalità e alla trasmissione del pensiero del filosofo. Condannato alla pena capitale e rinchiuso in prigione in attesa di essere giustiziato, nel Critone Socrate rifiuta l'offerta di fuga fattagli dall'amico, richiamandosi ai suoi obblighi verso lo Stato: un torto può essere ripagato da un altro torto? La caratterizzazione psicologica dei protagonisti e la ricerca d'una verità che ha la sua legittimazione nel libero confronto di idee contrapposte, sono gli elementi culturali nuovi che contraddistinguono l'opera di Platone, che in questi tre dialoghi delinea non solo un ritratto individuale, ma l'immagine ideale del vero filosofo, votato all'esercizio della conoscenza.
Memorabili / di Senofonte ; a cura di Fiorenza Bevilacqua
Torino : Unione tipografica editrice torinese, c2010
Lettera ai Filippesi : introduzione, traduzione e commento / a cura di Francesco Bianchini
Cinisello Balsamo : San Paolo, 2010
Abstract: La lettera indirizzata alla comunità di Filippi è collocata, all'interno dell'epistolario paolino, nel cosiddetto gruppo delle lettere della prigionia. Se per la sua lunghezza è da annoverare tra quelle minori dell'Apostolo, tale classificazione non è adeguata al momento di valutarne l'importanza. Anzitutto perché uno dei suoi testi, il brano cristologico di 2,6-11, ha rappresentato nel corso dei secoli, e rappresenta a tutt'oggi, un punto di riferimento per la teologia, la liturgia e la stessa vita cristiana. E poi perché la lettera offre scorci eminentemente personali, dove Paolo, prigioniero a motivo del Vangelo, rivela il profondo e misterioso rapporto che lo lega al suo Signore. Questi aspetti contribuiscono a mettere in risalto i due poli fondanti dell'esistenza dell'Apostolo: il rapporto con Cristo e quello con i cristiani delle sue comunità, prima evangelizzati e poi guidati nel progresso della loro vita di fede. Seguendo i criteri della Collana (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi), il volume offre un'ampia introduzione, il testo greco, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico della lettera ai Filippesi.
Inni omerici / a cura di Silvia Poli ; introduzione di Franco Ferrari
Torino : UTET, c2010
Roma : San Clemente ; Bologna : Studio Domenicano, 2010
[Milano] : Fondazione Lorenzo Valla : A. Mondadori, 2010
Fa parte di: Pausanias. Guida della Grecia / Pausania ; introduzione di Domenico Musti
Abstract: Completato il suo viaggio attraverso le regioni del Peloponneso (libri II-VIII), l'itinerario di Pausania prosegue con la Beozia, terra confinante con l'Attica da cui era partito (libro I). Nel libro IX, dunque, lo scrittore muove da Platea, dove la battaglia del 479 a.C, con la morte del comandante in capo persiano Mardonio e la vittoria della lega ellenica condotta dallo spartano Pausania, sancì la fine dell'invasione persiana della Grecia, e chiude con Cheronea, dove Filippo di Macedonia sconfisse nel 338 un esercito di città greche, che persero così per sempre la loro indipendenza: due luoghi dal forte valore simbolico per tutta la grecità perché ad essi corrispondono due eventi cardine della storia greca. Domina il libro, però, Tebe, la capitale, con il suo tragico passato di lotte fratricide e odi insanabili. La Beozia, tuttavia, è anche la terra della poesia, della musica, degli oracoli e della mantica. E soprattutto dell'Elicona. Alle dee di questo monte, le Muse, alla loro origine e alla loro iconografia è dedicata una trattazione specifica. Sulle pendici dell'Elicona, nel loro santuario, si trovavano le statue di poeti, musici e cantori: tra questi Esiodo, che proprio lì era nato, e del quale l'autore ricorda l'investitura poetica.
Milano : Rizzoli, 2010
Milano : Bompiani, 2010
Abstract: Nella presente edizione vengono pubblicate tutte le opere di Pindaro, il più grande esponente della lirica corale arcaica nato a Cinocefale, nei pressi di Tebe, attorno al 520-518 a.C., dalla nobile famiglia degli Egidi, originari di Sparta e fondatori del culto gentilizio di Apollo Carneo. Nell'edizione alessandrina, la produzione di Pindaro, eccezionalmente ampia, occupava 17 libri ordinati per generi: Inni, Peani, Prosodi, Parteni, Iporchemi, Encomi, Treni, Epinici. Sopravvivono integralmente solo quattro libri degli Epinici, divisi secondo le gare panelleniche di cui celebravano i vincitori: essi contengono rispettivamente 14 odi Olimpiche, 12 Pitiche, 11 Nemee, 8 Istmiche. Le altre opere sono note solo da numerosi frammenti in cui appaiono grandiose descrizioni del mondo divino, racconti mitici, solenni enunciati etici ed anche tratti di arguta grazia e voci d'amore. L'epinicio di Pindaro si articola secondo tre linee tematiche svolte con grande varietà di motivi: l'elogio, che contiene un succinto riferimento al vincitore e all'occasione sportiva; il mito, collegato sovente con la famiglia o con la patria del celebrato, che costituisce la parte di maggiore ampiezza ed impegno poetico; e la gnome, ossia l'enunciazione di sentenze religiose e morali.
Antigone / Sofocle ; introduzione e note di Giorgio Sandrolini ; traduzione di Maria Cristina Brizzi
Siena : Barbera, 2010
Abstract: L'Antigone andò in scena nel 442 a.C, l'anno precedente all'elezione del poeta a stratego, come collega di Pericle (441-440). La tradizione testimonierebbe che Sofocle sia stato onorato della strategia a Samo in seguito alla fama riportata nella rappresentazione di questo dramma. La notizia, nella sua verosimiglianza, dimostra l'impatto sul pubblico che t'opera ebbe da subito, nonostante - e, forse, proprio perché - l'argomento ci risulti essere frutto dell'invenzione del poeta tragico ateniese. Gli epigoni del mito dei Labdacidi, infatti, erano già stati trattati da Eschilo nei Sette a Tebe, ma solo Sofocle pone al centro del testo l'azione di Antigone. Anzi, egli costruisce il dramma proprio intorno all'insanabile conflitto tra l'eroina e il sovrano Creonte sulla liceità di attribuire la stessa dignità di sepoltura a chi abbia combattuto a favore (Eteocle) e a chi contro (il fratello Polinice) alla propria città.
Milano : Bompiani, 2010
Abstract: Un messaggio rivoluzionario: Socrate rifiuta l'evasione, l'ingiustizia non vince l'ingiustizia. Il volume, curato da Giovanni Reale, è destinato a rimanere un punto di riferimento per quanto riguarda la datazione e l'interpretazione filosofica e letteraria.
Poesie / Saffo ; premessa di Roberto Pazzi ; a cura di Ilaria Dagnini
2. ed.
Roma : Grandi tascabili economici Newton, 2010
Abstract: L'ammirazione per l'ideale di bellezza cantato e il fascino dell'ardente e spregiudicato richiamo dell'amore omosessuale sono forse le cause principali della fama che ha accompagnato il nome di Saffo attraverso i secoli. I suoi versi nascono in un mondo che ha avuto a lungo il sapore del proibito: il tiaso, una forma di sodalizio tra giovani donne che Saffo creò attorno a sé a Mitilene, dove, tra canti e danze in onore delle muse, nascevano brucianti passioni e gelosie. Per Saffo l'amore è lotta, è battaglia, come l'impiego di termini e modi dell'epos omerico nei suoi versi rivelano. Colui e colei che amano e sanno amare sono gli eroi.
Prometeo / Eschilo ; traduzione e cura di Davide Susanetti
Torino : Einaudi, 2010
Abstract: La tragedia greca ha saputo articolare, a più riprese e con implicazioni differenti, il linguaggio della sofferenza e la rappresentazione di corpi umani stretti dalla morsa del dolore, feriti e piagati fino agli estremi limiti della sopportazione. Meno consueta è la rappresentazione diretta di un corpo divino che, nell'impossibilità di agire, occupa lo spazio con l'ostensione di una pena indicibile e inaggirabile. Il criminale è Prometeo, riconosciuto colpevole da Zeus, considerato un nemico dagli altri dei che si raccolgono intorno al trono olimpico del figlio di Crono. La partita si gioca crudamente tra pari, tra soggetti che appartengono ad una stessa dimensione. La società divina, nella persona del suo re, espelle e condanna un suo membro che ha rotto gli equilibri, che ha infranto un ordine e un patto di governo. Prometeo ha commesso un torto dispensando onori e privilegi che erano un possesso celeste. Ha rubato il fuoco per darlo agli uomini. Ma la crisi che tale iniziativa innesca non si misura a partire dai soggetti mortali che vengono beneficati: gli uomini restano, essenzialmente, fuori campo e fuori scena. Il dramma si muove in una sfera superiore: il teatro degli dei è un teatro di signori che disputano, fra loro, per il potere e la supremazia, che regolano i loro conti con la ferocia dei gesti e delle maledizioni, che rispondono alla violenza con la violenza per assicurarsi il regno. (dall'introduzione)