Questo sito non utilizza cookie di profilazione ma solo cookie tecnici ai fini del corretto funzionamento delle pagine. Per maggiori informazioni clicca qui.
Trovati 407 documenti.
Come mio fratello / Uwe Timm ; traduzione di Margherita Carbonaro
Palermo : Sellerio, 2023
Abstract: «Un armadio per le scope, dall'armadio spuntano dei capelli, capelli biondi: poi sbuca fuori lui, mio fratello, e mi solleva in alto». È l'unica immagine che l'autore, allora bambino, conserva del fratello maggiore. Ma subito il ricordo si fa cupo: Karl-Heinz, il fratello, si arruolò poco dopo nelle Waffen-ss, le ss combattenti, per morire nell'ottobre del 1943, ad appena diciannove anni, durante l'invasione nazista dell'Ucraina. A sessant'anni di distanza - dopo la morte dei genitori così da poter scrivere «senza riguardo nei confronti di nulla e di nessuno» -, Uwe Timm si dedica a questa stringente, quasi spasmodica inchiesta sul fratello SS. I propri ricordi di bambino ne forniscono le prime emozioni; poi quelli più oggettivi degli adulti; e le carte: le lettere dal fronte e il suo breve diario, con i non detti e le allusioni da decifrare, o addirittura il loro dire qualcosa per intenderne un'altra. Una domanda domina: mio fratello si macchiò delle atrocità sui civili e sugli ebrei in Ucraina? E come poteva, il ragazzo grande che mi raccomandava mitezza per lettera («mammina mi scrive che vuoi ammazzare tutti i russi e poi scappare con me. Bambino mio, questo non va, e se tutti facessero così?»), essere nello stesso momento parte dell'orrore? Così l'indagine si allarga ai vecchi: il padre tradizionalista; la madre più scettica; i brandelli di vita sotto il nazismo. Ma è il dopo che svela di più, la quotidianità dell'epoca della reeducation e del primo boom economico, quando si reagiva in un certo modo al «rimprovero della colpa collettiva». Come mio fratello ragiona sui sillogismi pratici che potevano portare «i cultori di Mozart e di Hölderlin» alle disumane crudeltà; spiega le strategie psicologiche per aggirare il rimorso comune, così scoprendo zone del passato che solo la verità letteraria può raggiungere: racconto, immagine, descrizione, riflessione. Un libro bello, triste e intelligente, che cerca luce nella complessità della memoria, della vergogna e dell'espiazione.
Mio padre e la guerra : gennaio 1942 - novembre 1945 (Italia, Grecia, URSS) / Angelo Ravelli
[S.l.] : Gruppo Albatros Il Filo, 2022
Abstract: "Non voglio parlare di guerra. Non di pace. Sogno una valle Piena di mille foglie di aghi di pino. Impastati da alghe di mare. In un miscuglio di dolce e salato, in un verde di terra, non di pace, non di guerra". (Franco Mazzanti, ex IMI)
Torino : Einaudi, 2021
Abstract: Dopo il lager: che cosa significa tornare alla vita dopo un'esperienza estrema e devastante? Il volume racconta il drammatico ritorno dell'autrice in Italia e i problemi con i quali è costretta a scontrarsi: l'indifferenza di una società rimasta fascista nella mentalità e nelle istituzioni, in cui l'esperienza del lager è addirittura una colpa da nascondere. Così Lidia Rolfi deve subire altre discriminazioni, persino tra i familiari, gli amici, gli ex compagni di lotta. La sua è la testimonianza di una combattente nata, sempre sospinta da una forte passione etica e civile, che ci ricorda che la dignità e la libertà sono beni che vanno conquistati duramente giorno per giorno.
I lunghi fucili : ricordi della guerra di Russia / Cristoforo Moscioni Negri
Bologna : Il mulino, 2021
Storica paperbacks ; 202
Abstract: «"I lunghi fucili" ci rivelano uno scrittore conciso e limpido, tutto visivo, che sembra partecipare con tutto se stesso alle cose che narra. Certi suoi episodi delineati con mano sobria... raggiungono, attraverso la scrupolosa esattezza del resoconto, un respiro di tragica epopea» Italo Calvino Questa memoria della campagna di Russia, scritta da colui che fu il comandante di Rigoni Stern, è certamente una delle più impressionanti, polemiche e dure testimonianze sull'esperienza della guerra italiana al fronte russo. Con l'eloquenza secca dei fatti, Moscioni vi racconta l'odissea degli alpini in linea sul Don e poi nella tragica rotta del gennaio 1943: la storia di un esercito mal condotto e peggio equipaggiato, di una guerra senz'odio eppure sanguinosa e spietata al fianco di un alleato tedesco ben diversamente fornito, guidato e motivato; una guerra che pare trovare il suo senso soltanto nella dimensione ravvicinata, nella comunione del tenente con i «suoi» alpini, nel dovere umano e militare della solidarietà, del farcela insieme entro l'insensatezza di un'organizzazione inefficiente e stupida, contro la quale l'autore scrive la sua denuncia indignata.
Milano : Ares, 2019
Abstract: «Nel cielo ormai quasi buio s'inseguivano lucenti pallottole traccianti. In quel cielo c'era Dio: io stavo muto e grigio davanti a Lui, nel gran freddo. Vicino a me c'erano la mia miseria e il mio voler continuare a essere uomo e capo di uomini, nonostante tutto». Il diario dell'odissea del ventunenne tenente d'artiglieria Eugenio Corti, uno dei quattromila italiani (su 30mila) che riuscirono a scampare dalla sacca di Arbusov nella Campagna di Russia. Il libro apparve in Italia nel 1947, e quella di Corti fu, in assoluto, la prima voce a raccontare l'inferno bianco della tragedia dell'Armir.
Qui parlano i marescialli sovietici / Kirill. D. Kalinov
Milano : Pgreco, 2018
Abstract: Timocenko, Zukov, Vasilevski e altri grandi marescialli sovietici: i protagonisti di questo libro hanno fatto la storia, prima combattendo il nemico nazista, poi divenendo degli eroi per la "grande patria del socialismo". La memoria di questi personaggi così celebri trova voce nei ricordi e nelle pagine di Kalinov, che con questo libro racconta in prima persona i fatti bellici tra il '41 e il '45, riportando tutto quello di cui è stato testimone con l'intento di "scrivere con la massima semplicità e obiettività ciò che ho udito dagli uomini che hanno forgiato la vittoria sulla Germania. Essi non possono testimoniare. Pubblicando questo libro, mantengo il mio impegno"
Milano : Adelphi, 2018
Abstract: Creta, 26 aprile 1944. Due ufficiali inglesi travestiti da tedeschi e tre partigiani cretesi rapiscono il generale Kreipe nei pressi di Villa Ariadne, la sua residenza ufficiale, e a bordo della sua automobile, come in un sogno, riescono a superare ventidue posti di blocco e a raggiungere le pendici del Monte Ida. Là si scatenerà una delle più epiche e rocambolesche cacce all'uomo di tutta la seconda guerra mondiale: venti giorni in fuga, braccati da migliaia di soldati, al termine dei quali, grazie all'aiuto della resistenza cretese, il commando lascerà miracolosamente l'isola alla volta del Cairo. Quei due ufficiali inglesi erano il capitano William Stanley Moss, detto Billy, un ragazzone di ventidue anni dai modi non proprio cordiali e che non sapeva una parola di tedesco, e il maggiore Patrick Leigh Fermor, detto Paddy, solo di qualche anno più vecchio, ma che già aveva attraversato a piedi l'Europa come un cavaliere errante e presto sarebbe diventato uno dei grandi scrittori di viaggio del Novecento. Molte storie sono state raccontate su questa impresa leggendaria - e Fermor stesso scrisse sull'episodio alcune pagine memorabili -, ma soltanto il libro di Moss permette di ricostruire dall'interno come siano andate veramente le cose: un resoconto asciutto e dettagliato dei fatti, annotati in forma di diario mentre stavano accadendo, che ancora oggi non ha perso nulla della sua forza romanzesca.
Spia contro spia / Popov Dušan
Palermo : Sellerio, 2018
Abstract: «Mi fermai a un tavolo dove si giocava al baccarà. Tra i giocatori riconobbi una delle mie bète noire, un lituano dall'aspetto insignificante ma molto ricco, di nome Bloch, particolarmente spavaldo. Non so cosa diavolo mi prese, forse fu il fatto che c'era Fleming alle mie spalle, ma quando Bloch proclamò "banque ouverte!", annunciai con il tono più freddo e distaccato: "Cinquantamila dollari"». Erano soldi che servivano a finanziare un'operazione. Verosimilmente fu questo stile, questo suo modo di fare la spia (e che spia: uno dei più celebri agenti doppi del Novecento) che convinse Ian Fleming a costruire il suo James Bond sul modello vivente di Popov. Nome in codice Triciclo, Dusko Popov è un bon vivant, bello e ricco intellettuale serbo che studia a Friburgo. Uno di quelli che si illudevano di seppellire Hitler con una risata, finirà nelle mani della Gestapo da cui si salva a stento. Riparato a Belgrado, tempo dopo, un ufficiale dell'Abwehr, il controspionaggio tedesco, lo nota e gli propone il reclutamento. Lui è fermamente antinazista ma la prospettiva lo tenta. Così accetta l'arruolamento, prendendo però subito contatto con I'mM16 inglese. E qui comincia la vita da spia raccontata in questo libro: in giro per il mondo, sempre sul filo del rasoio e sempre amando le donne, doppiogiochista ma leale fino alla fine con gli amici. Una carriera con almeno un paio di grandi colpi che hanno inciso nella guerra. «Un classico dello spionaggio» ha detto Graham Greene di "Spia contro spia", perché davvero sembra la trama di un perfetto romanzo di spionaggio. Dusko sa scrivere: gaio, sapiente nel creare la tensione, ironico. Il suo romanzo di una vita sembra il racconto paradossale e frizzante di Ian Fleming, ma corretto da Le Carré. La gaudente leggerezza è quella di James Bond, la metodica professionalità quella di Smiley.
Milano : Pgreco, 2017
Abstract: Arruolato nell'Armata rossa nel 1920, Aleksei Fiodorov è combattente nella Guerra civile russa e, dopo l'invasione da parte della Germania nazista, diventa il comandante di una formazione partigiana nell'Ucraina occupata. Frutto della sua esperienza sul campo, "Il comitato clandestino al lavoro", scritto nel 1954, è la storia romanzata dell'epopea di questa grande guerra patriottica. Un'opera che va ben oltre il libro di memorie di guerra, la cui narrazione ripercorre la lotta delle forze partigiane ucraine dal 1941 al 1944, dal lavoro di sabotaggio all'azione politica e militare svolta dai partigiani nei territori occupati dal nemico.
Roma : Newton Compton, 2016
Abstract: Sam Pivnik, figlio di un sarto ebreo, nasce a Bedzin in Polonia e trascorre una vita normale fino al primo settembre del 1939 - giorno del suo tredicesimo compleanno - quando i nazisti invadono la Polonia e la guerra spazza via in un attimo ogni possibilità di futuro. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Sam conosce il ghetto, i divieti imposti dai nazisti, il coprifuoco, gli stenti, il terrore per le strade. Poi, dopo un rastrellamento, tutta la sua famiglia viene deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Strappato alla sua famiglia, che trova la morte nelle camere a gas, Sam subisce terribili soprusi e atrocità, e ogni giorno, alla famigerata Rampa di arrivo dei treni dei deportati, vede compiersi sotto i suoi occhi la più inenarrabile delle tragedie. Sopravvissuto alla crudeltà delle SS e dei Kapo, ai lavori forzati nella miniera Fürstengrube e alla "marcia della morte" nel rigido inverno polacco, Sam è infine tra i prigionieri sulla nave Cap Arcona, bombardata dalla Royal Air Force perché luogo di esperimenti dei nazisti su donne e bambini da parte delle SS. Ma ancora una volta, miracolosamente, riesce a salvarsi. Questo libro racchiude la sua testimonianza: la storia di un uomo che ha attraversato tutti i gironi dell'inferno nazista, ed è sopravvissuto per portare ai posteri la testimonianza di un orrore indicibile che non dovrà mai più ripetersi.
Lucca : Tra le righe libri, 2017
Abstract: Un alpino artigliere della Cuneense e un fante guastatore della Cosseria sono protagonisti con altri duecentomila italiani della Campagna di Russia. Fanno parte dell'ARMIR che si attesterà sul Don dopo una estenuante avanzata lungo le steppe sovietiche. Nell'inverno tra il 1941 e il 1942 avviene l'attacco dei Russi che infrange le difese dell'Asse. Nei diari dei due giovani soldati i giorni della ritirata, la fuga, la cattura e la prigionia. Tra fame, tormenti, compagni congelati e abbandonati lungo le piste innevate, per il fante Giovanni Grandi alla fine c'è la fuga e la via di salvezza, mentre l'alpino Elio Carli cade prigioniero. Dopo la marcia del Davai per lui e i compagni si aprono le porte dei campi di concentramento. Qui il tifo che uccide centinaia di compagni, la fame che costringe gli internati a mangiare i topi, la paura, saranno le dure prove da superare prima di tornare a casa. Due diari che ancora una volta diventano manifesti contro le guerre.
Ciò che Dante non ha visto : l'inferno / Alfréd Wetzler
Lainate : A.CAR., 2016
Abstract: Sono passati sessant'anni dal giorno in cui il mondo, per la prima volta, venne a sapere che Rudolf Vrba e Alfréd Wetzler erano riusciti a fuggire da Auschwitz. La loro fuga (...) e la loro testimonianza sui campi di sterminio hitleriani aveva costretto i rappresentanti del mondo democratico a guardare negli occhi la verità, alla quale molti non volevano credere nemmeno dopo la guerra. Grazie a Vrba e Wetzler (...) le atrocità e la dimensione della "soluzione finale" nazista sono oggigiorno generalmente note.
Milano : Adelphi, 2015
Abstract: Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità: attenendosi scrupolosamente a tale principio, a dispetto della censura e dei gravi rischi, Vasilij Grossman narrò in presa diretta le vicende del secondo conflitto mondiale sul fronte Est europeo. Era infatti inviato speciale di Krasnaja zvezda (Stella Rossa), il giornale dell'esercito sovietico che egli seguì per oltre mille giorni su quasi tutti i principali fronti di battaglia: l'Ucraina, la difesa di Mosca e l'assedio di Stalingrado, che fu il punto di svolta nelle sorti della guerra e diede origine a Vita e destino. Benché fosse un tipico esponente dell'intelligencija moscovita, Grossman riuscì, grazie al suo coraggio e alla capacità di descrivere con singolare efficacia ed empatia la vita quotidiana dei combattenti, a conquistarsi la fiducia e l'ammirazione di chi lo leggeva, ufficiali e soldati da una parte, e dall'altra un vasto pubblico di cittadini e patrioti ansiosi di ricevere notizie autentiche, non contaminate dalla retorica ufficiale. Dei taccuini - di sorprendente qualità letteraria - che fornirono materia ai reportage di Grossman, e che escono ora per la prima volta dagli archivi russi, lo storico inglese Antony Beevor ci offre qui una vasta scelta, arricchita da articoli e lettere dello scrittore e da altre testimonianze coeve.
L'eco di uno sparo : cantico delle creature emiliane / Massimo Zamboni
Torino : Einaudi, 2015
Abstract: Il 29 febbraio 1944 Ulisse, squadrista, membro di un direttorio del fascio, viene ucciso dai Gruppi di Azione Patriottica. Pochi mesi prima erano morti i sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti. Il 16 marzo 1961, diciassette anni dopo, il gappista Soragni, nome di battaglia Muso, sarà vittima dell'odio covato nel tempo da un compagno militante e amico, assieme a lui responsabile dell'uccisione di Ulisse. La storia è lineare solo quando scegliamo di raccontarla cosi, ma gli eventi si affastellano in un ordine che, quando ti riguarda da vicino, non è necessariamente quello cronologico. Cosi è per chi cerca di capire le ragioni del sangue, quando il sangue degli oppressori si mescola a quello degli oppressi. E l'eco di quegli spari accompagna Massimo Zamboni nella sua indagine attraverso due secoli per ricostruire una storia che lo riguarda molto da vicino, anche se gli è stata sempre taciuta. Di mio nonno, due sole cose possedevo: il nome, Ulisse, che io porto come secondo, e che sempre ho dovuto considerare come un intruso, una parte sconosciuta di me; e una giacca, un tessuto ruvido di lana, il nero orbace della sua divisa autarchica. Niente di più, prima di questo libro. Questa indagine lo porta a respirare polvere negli archivi cercando di decifrare le calligrafie ostili dei registri parrocchiali; lo porta sulle colline reggiane a intervistare i superstiti; lo porta sulla tomba dei fratelli Cervi - sette, come sette erano i fratelli B*, l'agiata famiglia a cui apparteneva il bisnonno Massimo.
[S.l.] : Voland, 2015
Abstract: Mosca, ottobre 1941. Sono passati quattro mesi dall'attacco della Germania hitleriana all'URSS. Elena Rzevskaja, ventiduenne, lascia la fabbrica di orologi dove lavora e si iscrive a un corso per interpreti militari. Inizia un'avventura che la porterà a diventare testimone attenta e partecipe della guerra, in un movimento continuo che attraverso cittadine e villaggi sconvolti dal conflitto la condurrà al fronte, e infine a Varsavia e a Berlino. Ed è qui, nel suo ruolo di interprete militare, che la giovane Elena si troverà nel maggio del '45 al centro della misteriosa vicenda del riconoscimento del corpo carbonizzato di Hitler, di cui Stalin non informa neanche il maresciallo Zukov, comandante dell'Armata Rossa che entra vittoriosa in Berlino. E a questo punto il libro da narrazione diventa anche un documento storico che contribuisce a chiarire una delle vicende più oscure della Seconda guerra mondiale.
Roma : Newton Compton, 2014
Abstract: Sam Pivnik, figlio di un sarto ebreo, nasce a Bedzin in Polonia e trascorre una vita normale fino al primo settembre del 1939 - giorno del suo tredicesimo compleanno - quando i nazisti invadono la Polonia e la guerra spazza via in un attimo ogni possibilità di futuro. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Sam conosce il ghetto, i divieti imposti dai nazisti, il coprifuoco, gli stenti, il terrore per le strade. Poi, dopo un rastrellamento, tutta la sua famiglia viene deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Strappato alla sua famiglia, che trova la morte nelle camere a gas, Sam subisce terribili soprusi e atrocità, e ogni giorno, alla famigerata Rampa di arrivo dei treni dei deportati, vede compiersi sotto i suoi occhi la più inenarrabile delle tragedie. Sopravvissuto alla crudeltà delle SS e dei Kapo, ai lavori forzati nella miniera Fürstengrube e alla marcia della morte nel rigido inverno polacco, Sam è infine tra i prigionieri sulla nave Cap Arcona, bombardata dalla Royal Air Force perché luogo di esperimenti dei nazisti su donne e bambini da parte delle SS. Ma ancora una volta, miracolosamente, riesce a salvarsi. Questo libro racchiude la sua testimonianza: la storia di un uomo che ha attraversato tutti i gironi dell'inferno nazista, ed è sopravvissuto per portare ai posteri la testimonianza di un orrore indicibile che non dovrà mai più ripetersi.
Il testimone : conversazioni e interviste 1966-2003 / Nuto Revelli ; a cura di Mario Cordero
Torino : Einaudi, 2014
Abstract: La memoria è il motivo che unisce tutti i miei libri: non dimenticare, non rimuovere. Tutto nasce dall'esperienza di guerra, sul fronte russo, che mi ha segnato per sempre. La guerra in Russia, la lotta partigiana, il ritorno a casa, il lavoro, il mondo dei vinti e quello dei vincitori, la grande disillusione. Nuto Revelli risponde alle domande dei suoi interlocutori senza filtri, senza risparmiarsi, ma sempre con un'attenzione ai sommersi della storia, troppo spesso dimenticati, e un'urgenza nel ristabilire continuamente il valore della testimonianza, della memoria come antidoto all'ignoranza e presupposto per godere e proteggere la libertà. Un'opera che raccoglie le interviste più significative a un grande testimone del Ventesimo secolo.
Gorizia : LEG, 2014
Abstract: Note di copertinaI battaglioni russi operarono in tutte le regioni italiane in cui si sviluppò un movimento di resistenza, nell’Esercito Nazionale di Liberazione Jugoslavo, nelle formazioni del Fronte di Liberazione Sloveno (OF), nell’Adriatisches Küstenland, in Carnia, nel Friuli Adriatisches Küstenland, in Carnia, nel Friuli Adriatisches Küstenland occidentale ed orientale, a Caporetto, nella valle dell’Isonzo e del Vipacco, nell’entroterra Goriziano, a Gorizia, sul Carso triestino, nell’entroterra istriano, a Trieste stessa, con attività di sabotaggio clamorose. Le loro vicende costituiscono un capitolo di storia europea noto per molto tempo solo ai diretti protagonisti ed ai compagni di lotta italiani, sloveni e croati, che lo conobbero o ne sentirono parlare. Quel lungo silenzio derivò dalla Guerra Fredda e da problemi interni al mondo comunista a partire dalla disposizione emanata dal Quartier Generale dell’Armata Rossa il 16 agosto 1941, secondo cui ogni militare dell’esercito sovietico caduto in mano nemica doveva considerarsi un traditore e scontare di conseguenza un periodo di detenzione e di lavoro forzato al rientro in patria; la crisi del Cominform (10 giugno 1948) incrinò a lungo i rapporti tra Unione Sovietica e Jugoslavia isolando i partigiani dell’uno e dell’altro paese; al con� ne orientale d’Italia la tensione esistente tra il Partito comunista della Federazione Autonomia del PCI di Trieste, a maggioranza filosovietico e la Lega dei Comunisti Jugoslavi � no agli inizi degli anni ’60 ha ulteriormente messo in ombra la memoria e l’esperienza dei battaglioni russi di per sé poco note anche a causa delle dif�ficoltà insite nella lotta clandestina e di barriere linguistiche. Il crollo del comunismo ha riacceso l’interesse sul tema in Italia, Russia, Slovenia dove sono usciti alcuni saggi riguardanti esperienze speci� che. Grazie alle molteplici competenze maturate nel corso di studi pluriennali rivolti al mondo slavo, russo e sovietico in particolare, alle prigionie, alla lotta partigiana, l’autrice delinea un ef�ficace e movimentato quadro di sintesi, che offre inedite chiavi di lettura su problemi di stringente interesse quali il collaborazionismo, la propaganda nazista nei territori occupati, le lontane radici dei conflitti caucasici.
Milano : Piemme, 2014
Abstract: Hedy Epstein è una ragazzina come tante. Ha quattordici anni, una vita tranquilla in un piccolo paese tedesco, una famiglia affettuosa. Poi, un mattino, un professore le punta la pistola alla tempia davanti ai suoi compagni: la colpa di Hedy è di essere ebrea. È il 10 novembre 1938, la mattina dopo la Notte dei Cristalli. I genitori riescono per un soffio a farla fuggire in Inghilterra, appena prima che la catastrofe della Guerra mondiale li travolga. Otto anni dopo, si apre in Germania la stagione dei processi ai criminali nazisti. In quei giorni una bella ragazza arriva a Berlino. Anche se indossa una divisa americana, il suo è un ritorno. A riportarla in patria è una missione precisa: lavorerà al processo di Norimberga contro i medici accusati di aver condotto esperimenti disumani sui prigionieri dei campi di sterminio. Si calerà nell'orrore dei lager, tra i documenti in cui la lucida follia burocratica del Reich ha archiviato i propri delitti, per ricercare le prove della ferocia nazista oltre i volti imperturbabili dei ventitré accusati. E poi, chissà che in quei fogli non si nasconda un indizio capace di rivelarle il destino dei suoi genitori, le cui tracce si perdono di fronte ai cancelli di Auschwitz. Hedy scoprirà presto che il suo compito è ancor più arduo e doloroso di quanto potesse immaginare. Di notte vede in sogno la madre torturata dagli aguzzini nazisti, e comincia a sospettare che qualcuno stia sabotando il processo.
La grande giostra : nei cieli della seconda guerra mondiale / Pierre Clostermann
Bologna : Odoya, 2014
Abstract: La grande giostra è la storia di un pilota da caccia francese durante la Seconda guerra mondiale. L’autore descrive gli estenuanti turni, le azioni belliche contro obiettivi in volo e al suolo, i pattugliamenti di scorta ai bombardamenti che lo hanno visto protagonista dal 1943 al 1945, insieme con piloti francesi, inglesi, canadesi, neozelandesi e alleati inquadrati negli stessi reparti in cui ha prestato servizio, tutti impegnati a fronteggiare, respingere e inseguire i temibili avversari tedeschi della Luftwaffe.Usando uno stile semplice, sintetico ma preciso dal punto di vista aeronautico, senza indugiare su particolari troppo tecnici, Clo-stermann ci offre un documento di primaria importanza sulla guerra aerea e una testimonianza umana di grande valore ed efficacia. Leggendo questo libro il lettore rivivrà - nello stesso abitacolo del più celebre caccia inglese, lo Spitfire, o dei poderosi monomotori Typhoon e Tempest - le angosce, i timori, i pericoli, lo sconforto, gli entusiasmi di un soldato impegnato in difficili missioni d’attacco di giorno e di notte, con il sole o la pioggia...Con l’avvento dei missili a testa autocercante, l’epoca dei duelli aerei, combattuti a raffiche di mitragliatrice o di cannoncino, sembra molto lontana dalla realtà odierna e più vicina a quella dei cavalieri del cielo della Prima guerra mondiale. Ma è proprio per questo che il libro di Clostermann, riproposto oggi in un’edizione italiana riveduta, assume un significato particolare sul piano storico. Con le oltre 8oomila copie vendute dal 1948, anno della sua prima pubblicazione, La grande giostra è uno dei testi d’aviazione di maggior successo di tutte le epoche.